De Niro e la Roberts si sfidano al premio Oscar dei "bidoni"

Lotta a colpi di nomination per il peggior film: Sex & the City 2 ne raccoglie sette, i vampiri di Eclipse se ne aggiudicano tre

De Niro e la Roberts si sfidano al premio Oscar dei "bidoni"

Gli Oscar al contrario, che magnifica intuizione. Ovvero il peggior film, il regista più scarso, gli attori più cani. Altro che il film più bello e gli interpreti più bravi. A pensarci bene la scelta è molto, ma molto più difficile. Perché il campo degli aspi
ranti si allarga a dismisura. Il conto, anche a spanne, è presto fatto: in un anno quante volte uscendo dal cinema gridiamo al capolavoro? Un paio, forse tre o quattro a essere generosi. Assai più spesso ci capita invece di gridare e basta, scocciati, scocciatissimi per essere stati derubati dei soldi del biglietto, magari con l’avallo di illustri recensioni.
Ben vengano quindi i «Razzie Awards», gli Oscar dei peggiori, che da trentun anni risarciscono, anche se in minima parte, gli spettatori delusi o ingannati. O tutte e due le cose insieme. Ci sono voluti cinquantun anni di Oscar, quelli autentici, per porre in qualche modo rimedio ai bidoni in agguato. E chissà quante pellicole premiate con la mitica statuetta tra il 1929 e il 1980, avrebbero meritato di finire nella beffarda lista nera. Basterebbe citare, saltabeccando da un'edizione all’altra, il piagnucoloso La mia via del ’45 o Il più grande spettacolo del mondo del ’52, un titolo involontariamente comico, o ancora il caramelloso Tutti insieme appassionatamente del ’65, per tacere dell’ultraretorico Rocky del ’76 e del barbosissimo L’ultimo imperatore dell’87.
Come ogni anni i Lamponi d’oro, così vengono da noi tradotti i Razzie, vengono proclamati alla vigilia delle candidature all’Oscar, con la speranza, segreta, ma non troppo, che un film nominato sia contemporaneamente indicato nella categoria delle bufale. I goliardici giurati, che si divertono a sbertucciare le peggiori opere dell’anno appena concluso, questa volta pare non abbiano avuto dubbi nell’elezione del «Winner of the Worst», come dire il «Peggiore tra i più brutti», che avrà il suo epilogo nella serata del 26 febbraio al Barnsdall Gallery Theatre di Los Angeles. Il vincitore, per ora soltanto morale, dei «Razzie Awards 2011» è lo statunitense L’ultimo dominatore dell'aria, che ha raccolto la bellezza, si fa per dire, di nove candidature, tra cui tutte le principali: film, regista, sceneggiatura e coppia protagonista. L’autore, in effetti, è uno da tenere d’occhio, nel senso che dai suoi film è meglio stare alla larga: è l’indiano dal nome altisonante, ma dal talento limitato, M. Night Shyamalan, bidonista patentato, per anni portato in palmo di mano dalla critica snob, che poi, dopo l’ennesima patacca, lo ha dovuto rinnegare. Per evitare clamorose contestazioni, sotto forma di randello, degli spettatori meno concilianti.
Con un avversario di questo calibro, gli altri candidati alle peggiori performance del 2010 rischiano di doversi accontentare delle briciole. Anche se le tre nomination lasciano più di una speranza a Twilight: Ecplise, terza e si teme non ultima, tappa delle avventure fantastiche, aggettivo che va preso solo come derivato da fantasy, dei vampiri under 30 per un pubblico under 18. Con i tre esangui protagonisti che, giustamente, puntano molto in alto. Tra loro Robert Pattinson, inspiegabile idolo delle ragazzine, la cui ostinata fissità dello sguardo comincia a essere davvero preoccupante. Sette candidature ha ottenuto l’agghiacciante Sex and the City 2, soltanto quattro la patetica parodia vampiresca Mordimi, come il tenerone Appuntamento con l’amore, giulebbosa traduzione di Valentine’s Day, con l’ormai irrecuperabile Julia «tuttabocca» Roberts, e lo sgangherato giallorosa Il cacciatore di ex. Anche Vi presento i nostri, da pochissimo giunto sugli schermi italiani, si è fermato a quattro: una vera ingiustizia, ne meritava parecchi di più. Soprattutto quelli per il peggior attore protagonista, Robert De Niro, e il peggiore attore non protagonista, Dustin Hoffman.

Mai visti due guitti simili nella commedia più scema e sboccata del nuovo millennio, per la quale è stata nominata la cariatide Barbra Steisand (peggiore attrice non protagonista). Per protesta, dovrebbero entrambi restituire in blocco gli Oscar guadagnati in tanti anni di gloriosa carriera

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