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Debito Usa, Obama: raggiungere l'accordo "Rischiamo di scatenare una profonda crisi" 

In un discorso tv alla nazione il presidente americano invita a chiudere l'accordo per ridurre il deficit del Paese: "È un gioco pericoloso mai giocato prima e non possiamo permetterci di giocarlo adesso. Bisogna agire adesso, altrimenti si scatenare una profonda crisi economica". Secco no dei repubblicani: "Non firmiamo assegni in bianco"

Debito Usa, Obama: raggiungere l'accordo 
"Rischiamo di scatenare una profonda crisi" 

Washington - "È un gioco pericoloso mai giocato prima e non possiamo permetterci di giocarlo adesso. Rischiamo una profonda crisi economica, bisogna agire ora. Chiamate i vostri rappresentanti al Congresso per convincerli ad agire". Barack Obama parla così in tv  alla Nazione a una settimana dalla deadline oltre la quale il Paese rischia un default. Secondo il presidente degli Usa se non si stringe in tempo l’agognato accordo con l’opposizione si arriverà a "scatenare una profonda crisi economica, questa volta scatenata quasi esclusivamente da Washington".

Due opzioni Sul tavolo due strade: un aumento del debito da 1.000 miliardi di dollari subito e 1.500 nel 2012 - come propongono i repubblicani guidati dallo speaker della Casa dei rappresentanti John Boehner - e un aumento da 2.500 miliardi subito secondo il piano dei democratici promosso anche dalla Casa Bianca. Secondo Obama "gli americani non ne possono più della parola compromesso, una brutta parola" e per questo li invita a far sentire la propria voce con i membri del Congresso. "Lo stallo sul deficit - ha ammonito - è avventato e irresponsabile". Al presidente ha risposto subito dopo il leader dei repubblicani, come solitamente avviene dopo i discorsi alla nazione. "La verità - ha detto Boehner - è che il presidente sei mesi fa ha voluto carta bianca e oggi vuole carta bianca. E ciò non accadrà".

Scontro con Boehner Obama ha poi ricordato come in passato l’aumento del debito sia stato "di routine", al punto che un presidente repubblicano come Ronald Reagan lo ha firmato 18 volte e George W. Bush sette. A una settimana dalla scadenza del 2 agosto, si va così verso lo scontro: repubblicani e democratici già domani potrebbero presentare al Congresso i propri piani per metterli al voto, anche se molti ritengono probabile un compromesso in extremis. Boehner ha poi attaccato direttamente le parole di Obama che era rimasto molto seccato dal fatto che il repubblicano avesse deciso di replicare in tv al suo discorso alla nazione che la Casa Bianca aveva organizzato con trattative riservate con i network.

Obama vuole assegno in bianco "Il presidente ha più volte detto che vuole un approccio equilibrato che a Washington significa, noi spendiamo di più e voi pagate di più - ha detto lo Speaker Gop - la triste verità è che il presidente voleva un assegno in bianco sei mesi fa e vuole quell’assegno oggi. Ma non lo avrà". Insomma parole che sembrano molto lontane dallo spirito di compromesso necessario a trovare un accordo che permetta l’innalzamento del debito pubblico entro il due agosto, data in cui - in assenza di un voto del Congresso che sblocchi questo tetto - gli Stati Uniti rischieranno l’insolvenza e il downgrading da parte delle agenzie di rating. "I repubblicani dicono che sono d’accordo nel voler evitare il default, ma il nuovo approccio presentato oggi da Boehner ci constringerebbe ad affrontare di nuovo la minaccia del default tra sei mesi, in pratica non risolve il problema", ha detto ancora Obama riferendosi al piano in due tempi proposto dallo Speaker, che prevede un taglio immediato di 1200 miliardi in cambio dell’innalzamento del debito solo provvisorio, subordinato ad un ulteriore taglio di 1800 miliardi da varare il prossimo anno.

Le domande di Obama "La maggior parte degli americani, a prescindere dall’appartenenza politica - ha detto Obama -  non capisce come possiamo chiedere ad un anziano di pagare di più per la sua assistenza sanitare prima di chiedere ad una corporation o una compagnia petrolifera di rinunciare a sgravi fiscali che altre compagnie non hanno. Come possiamo chiedere ad uno studente di pagare di più per l’università, prima di chiedere ad un manager degli hedge fund di smettere di pagare le tasse ad un’aliquota inferiore di quella delle sue segretarie? Come possiamo tagliare fondi alla scuola o all’energia pulita prima di chiedere a gente come me di rinunciare a sgravi fiscali di cui non abbiamo bisogno e che non abbiamo chiesto?».

«Questo non è giusto - ha concluso Obama - tutti noi vogliamo un governo che non viva sopra le sue possibilità, ma vi sono ancora cose che dobbiamo pagare come nazione».

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