Decentramento, passo indietro Ds

Si erano dati appuntamento oggi per parlare di decentramento, del personale che manca, di come gestire il verde, curare le strade e l’illuminazione con i soldi che non bastano mai. Dovevano esserci tutti i presidenti dei municipi, invece alla fine - via via che la chiamata alle armi del minisindaco del I, Giuseppe Lobefaro (Dl), assumeva toni vagamente polemici - i colleghi di alcuni parlamentini hanno dato forfait. Al vertice non parteciperanno ben cinque presidenti diessini: Ivano Caradonna (V), Paolo Orneli (XIII), Fabrizio Scorzoni (VIII), Fabio Lazzara (XIX) e Gianna Filardi (XVIII).
Caradonna spiega perché non ci saranno: «Non condivido l’impostazione che a questa riunione progressivamente è stata data, finendo con assumere i toni di una corsa al Campidoglio. Al contrario è necessario sottolineare che Roma è l’unica grande metropoli che si è posta, nel corso di questi anni, l’obiettivo di creare un governo di prossimità il più efficace ed efficiente possibile». Gli unici diessini presenti saranno Fabio Bellini, presidente del XVI municipio e Gianni Paris del XV. «Mi sembra - commenta Bellini - che ci sia un’attenzione sproporzionata su questa riunione. In realtà i presidenti dei municipi si riuniscono spesso per confrontarsi. In ogni caso, mi pare opportuno andare. Il tema che affronteremo non sarà quello delle competenze, ma di come rendere servizi migliori ai cittadini». Tra gli assenti, Paolo Orneli spiega che «le polemiche di chi chiede più decentramento e più risorse al Campidoglio sono sbagliate perché danno l’idea che semplicemente trasferendo poteri dal centro alla periferia si possano risolvere i problemi della città. Il vero tema è quello correttamente posto da tempo dal sindaco Veltroni di una riforma che dia a Roma i poteri e le risorse di cui godono le altre capitali europee». Fabio Lazzara è critico: «Non condivido le dichiarazioni di alcuni miei colleghi presidenti, la questione è stata posta molto male. Il tema non va posto in questi termini, ovvero avere più poteri per i municipi. Anzi, se ce ne danno un altro po’ noi sfianchiamo; a parità di leggi Roma ha fatto il massimo di decentramento possibile». Anche Fabrizio Scorzoni, che crede al decentramento, con sarà alla riunione di oggi: «Credo che ci debba essere un confronto diretto con l’amministrazione e non tra di noi. Sono necessari maggiori risorse e più personale per far funzionare i nostri municipi». Tra gli assenti anche il Verde Alessandro Cardente, presidente del IV municipio: «Se il vertice fosse nato come occasione di dialogo - spiega - avrei volentieri partecipato, ma mi sembra che stia assumendo le sembianze di una contrapposizione con l’amministrazione centrale. Il decentramento è un processo che ha bisogno di tempo e dialogo sereno e pacato». Non mancheranno, invece, i tre presidenti di Prc. Sandro Medici, del X municipio, del resto, aveva già sollevato il problema di una maggiore autonomia dall’amministrazione centrale. Susi Fantino, IX municipio, «auspica che ci sia la coscienza della necessità che il percorso sul decentramento non solo vada riavviato, ma abbia gli strumenti affinché venga finalmente attuato». Anche per Andrea Catarci, XI municipio, è un errore non essere all’incontro: «Roma non si può amministrare solo con un centro e un sindaco forte». Lobefaro non drammatizza: «Mi sembra che si stia montando un caso sul nulla. Farò il vertice con chi ci sarà».


L’assessore al Personale e al Decentramento Lucio D’Ubaldo si dice pronto ad incontrare al più presto i presidenti dei municipi: «Non sono d’accordo con la protesta per la protesta - dice - né con inziative incentrate sul protagonismo, ma se dal vertice usciranno richieste e suggerimenti li starò a sentire».

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