Declassata la Spagna, la Bce teme nuove crisi Euro e Borse in caduta

Dopo la Grecia, la Spagna. Moody’s taglia il rating del debito di Madrid, aggiungendoci un outlook negativo e provocando le rimostranze del ministro delle Finanze Elena Salgado. Atene ha fatto di più. Con una lettera ufficiale all’Unione europea, il ministro delle Finanze George Papacostantinou ha chiesto di discutere con urgenza del comportamento «imperdonabile» delle agenzie di valutazione. Oltre al debito sovrano, Moody’s ha anche declassato il rating di sei banche spagnole. Immediate le ripercussioni sui mercati, con l’euro in ribasso a poco più di 1,38 dollari. Male anche le Borse, con Milano in calo dell’1,59%.
Le nuove tensioni sul debito in Europa vengono prese molto sul serio dalla Bce. Nel bollettino di marzo, la banca centrale afferma che, nonostante le riforme di governance economica europea, «le possibilità di una futura crisi del debito sovrano non può essere esclusa completamente». Francoforte critica le politiche economiche dei governi europei, che «suscitano preoccupazione». Bisogna agire sugli avanzi primari, rileva la banca centrale, che sottolinea come il disavanzo 2010 dell’Italia si sia ridotto rispetto alle previsioni.
Secondo la Bce, serve un meccanismo permanente di gestione delle crisi, per affrontare sia problemi di liquidità sia di insolvenza a livello di Paese. Per mettere a punto il pacchetto anticrisi si ipotizza una riunione straordinaria dell’Eurogruppo il prossimo 21 marzo, mentre oggi i capi di Stato e di governo dell’Eurozona dovrebbero raggiungere solo un’intesa di massima, da mettere a punto tecnicamente dell’Eurogruppo-Ecofin di lunedì e martedì prossimi. Restano in piedi le perplessità tedesche sul funzionamento del nuovo fondo: «Concederà crediti solo in caso di necessità, sotto rigide condizioni - afferma la cancelliera Angela Merkel - e con decisione unanime. Se non ci saranno queste premesse per gli aiuti, la Germania proporrà il veto». Confermato anche il «no» tedesco agli eurobond. La discussione sul meccanismo salva stati si fa più delicata nel momento in cui sull’economia europea grava l’incognita rappresentata dal petrolio. La Bce rivede al rialzo la stima dell’inflazione in Eurolandia, portandola al 2,3% rispetto all’1,8% previsto in dicembre.

Ma anche la crescita economica dell’area euro è stimata in miglioramento, all’1,7% rispetto all’1,4% previsto alla fine dell’anno scorso. I rischi al rialzo per l’inflazione porteranno a interventi di politica monetaria: i tassi attuali sono «molto accomodanti», dunque non più adeguati, e occorre una «forte vigilanza».

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