Decolla la fusione tra British Airways e Iberia

Iberia e British Airways hanno risolto i nodi che ancora impedivano la loro definitiva integrazione, e ieri hanno annunciato la creazione di una holding comune - International airlines group - che sarà controllata per il 55% dagli azionisti della compagnia inglese, per il 45% dai cugini spagnoli. Il concambio sarà di 1,025 nuove azioni per ogni titolo Iberia (più 1,94% ieri in Borsa a Madrid), 1 a 1 per ogni titolo BA (più 2,5% a Londra). La fusione, che rispecchia il modello adottato nel 2004 da Air France e Klm, era nell’aria da parecchi anni, fin da quando Londra aveva acquistato un pacchetto prossimo al 10% di Iberia. Nel novembre del 2009 era stato sottoscritto un preaccordo molto dettagliato, che tuttavia era rimasto sospeso in seguito agli andamenti di Borsa dei titoli, penalizzati dalla crisi, e al nodo legato ai debiti del fondo pensioni della compagnia inglese. Non ultimo, e forzatamente meno esplicito, un problema culturale: britannici e spagnoli hanno storia, tradizioni e sangue diversi. Londra ha tergiversato anche per non chiudere accordi in un momento di debolezza.
Proprio questo è il punto. Dall’altra parte dell’Atlantico, negli Stati Uniti, si è sbloccata dopo almeno 10 anni, la vicenda sull’immunità Antitrust che finora ha impedito a British e all’alleata American Airlines di avere forti sinergie sull’aeroporto di Londra Heathrow. In particolare, pur facendo parte della stessa OneWorld, alle due compagnie era impedito utilizzare in comune il programma per i frequent flyer; era un modo, secondo l’Antitrust di Washington, per contrastare la posizione dominante dei due vettori a Heathrow, dove il numero dei movimenti orari è saturo.
Ora, rimosso o in via di rimozione quel divieto che ha molto penalizzato negli anni i conti e l’attività di British e American, la compagnia britannica può operare con più profitto sulle rotte Atlantiche, che sono il suo vero «core business», e quindi confrontarsi favorevolmente con il nuovo alleato. Ne guadagnerà la stessa Oneworld, che resta più piccola delle alleanze SkyTeam e Star Alliance; ne guadagnerà, di conseguenza, anche Iberia.
La fusione, che sarà formalizzata entro l’anno, porterà a risparmi per 400 milioni entro il quinto anno. Immaginabili le sinergie di costi per due compagnie globali, con uffici commerciali in gran parte del mondo. I due network, tuttavia, sono diversi - BA specialista del Nord Atlantico, Iberia dell’America latina - e ben integrabili. La sede operativa sarà a Londra; British esprimerà anche l’amministratore delegato, Willie Walsh, presidente sarà Antonio Vazquez, ad di Iberia.


La somma delle due capitalizzazioni indica un valore di 8 miliardi di dollari per la nuova holding che controllerà al 100% i due vettori, che manterranno identità e marchio. La flotta sarà di 408 aerei, 200 le destinazioni con 1.700 voli al giorno; 61,5 milioni i passeggeri, 15 miliardi di euro i ricavi, 60.282 i dipendenti.

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