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"Decreto fatto per salvare Veltroni"

Berlusconi: "Il testo sulle espulsioni? Una pecetta. Sono indignato, ipocrita attribuire la responsabilità di questa situazione al mio governo". L’ex premier prudente sul voto al provvedimento: "Valuteremo"

"Decreto fatto per salvare Veltroni"

da Roma

Il decreto sulle espulsioni di cittadini immigrati? «È un qualcosa di improvvisato, una pecetta fatta per salvaguardare l’immagine di Veltroni. Non si può attribuire ad altri governi una situazione che è di diretta responsabilità dell’esecutivo di Romano Prodi. Ci sono certe ipocrisie che non possono passare sotto silenzio». Silvio Berlusconi alza la voce. Si definisce «indignato» dall’esercizio di scaricabarile che ha ascoltato in queste ore. E dopo aver messo da parte il basso profilo adottato finora sulla drammatica vicenda di Giovanna Reggiani, inchioda l’esecutivo alle sue responsabilità. «È bene che Veltroni e Rutelli stiano zitti. Questo decreto è una pecetta e tutti i provvedimenti sono stati presi con disegni di legge, quindi si impiegherà molto tempo. Io mi auguro che il decreto possa avere qualche seguito anche se non basta certamente a sanare la sensazione di insicurezza dei cittadini. Comunque piuttosto che dire che è responsabilità di altri - spiega il presidente di Forza Italia - bisognerebbe sapersi guardare addosso e capire che cosa non si è fatto. Non vado oltre ma almeno che stiano zitti».
Alla domanda se Forza Italia voterà il decreto legge sulle espulsioni, l’ex premier prende tempo: «Non so dirlo perché ancora non lo conosco nel dettaglio. Faremo delle riunioni e valuteremo come sempre, guardando all’interesse generale di tutti e non alla provenienza del decreto».
L’offensiva di Forza Italia parte, in realtà, fin dalla mattinata. Un affondo dettato in una conferenza stampa durante la quale il partito azzurro chiede a gran voce le dimissioni di Veltroni da sindaco di Roma ricordando come Berlusconi già nel febbraio dello scorso anno avesse parlato di «favelas» lungo il Tevere «nell’indifferenza» del responsabile del governo della città. «C’è voluto un episodio di violenza - osserva il vicecoordinatore, Fabrizio Cicchitto - per far capire a Veltroni che sarebbe stato meglio un decreto anziché cinque diversi disegni di legge». Parole dure che vengono riprese e rilanciate anche da Sandro Bondi. «Il pacchetto-sicurezza è del tutto insufficiente, e il decreto sulle espulsioni rapide degli stranieri pericolosi rappresenta solo un semplice cerotto su una ferita lasciata irresponsabilmente aperta sulla pelle del Paese». «Che il primo responsabile del degrado di Roma, il sindaco Veltroni, si metta ora in cattedra a dare lezioni di sicurezza, è l’ultima insopportabile ipocrisia da parte della classe politica postcomunista».
Le repliche dell’Unione sono innumerevoli. Una su tutte: quella di Francesco Rutelli. «Da un uomo che ha governato (male) l’Italia per 5 anni fino a poco più di un anno fa ci si aspetterebbe più decoro e meno faccia di bronzo» dice il vicepresidente del Consiglio. «Vedremo in Parlamento - prosegue - se avranno idee e proposte oltre che grida. Ricordo a Berlusconi che il centrosinistra votò le misure per la sicurezza contro il terrorismo con alto senso di responsabilità». Rilievi che fanno scattare la risposta di Paolo Bonaiuti. «Rutelli dovrebbe vergognarsi per le parole indecorose indirizzate al leader dell’opposizione.

Purtroppo Rutelli e i suoi amici della sinistra non provano vergogna neanche per aver fatto precipitare la sicurezza delle nostre città a livelli inaccettabili».

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