Economia

Deficit Grecia, chiesto prestito-ponte Papandreu: "E' un bisogno nazionale"

Il governo greco sollecita l'attivazione del meccanismo Ue-Fmi: 45 miliardi di euro a un tasso di interesse del 5%

Deficit Grecia, chiesto prestito-ponte 
Papandreu: "E' un bisogno nazionale"

Atene - La Grecia ha chiesto ai governi europei un prestito ponte obbligazionario da circa 8,5 miliardi di euro da ottenere per il prossimo mese. "È imperativo", ha spiegiato il primo ministro greco George Paopandreu annunciando il ricorso al piano di soccorsi per uscire dalla crisi. Il prestito servirebbe a coprire le necessità finanziarie della Grecia in attesa che si possa attivare il meccanismo del pacchetto di aiuti da 45 miliardi varato dalla Ue e dal Fondo monetario internazionale. "Se necessario siamo pronti ad intervenire - ha annunciato il portavoce del minsitero delle Finanze tedesco - la Germania mostrerà la sua solidarietà con la Grecia".

Emergenza nazionale Eurostat, l’ufficio statistico della Ue, ha lanciato un nuovo allarme sul deficit: nel 2009 è stato più elevato del previsto, attestandosi al 13,6%; e non è detto che non peggiori ulteriormente. La risposta dei mercati non si è fatta attendere: i tassi sui titoli pubblici greci e lo spread con il bund tedesco hanno fatto registrare livelli da record, mai così elevati dall’entrata di Atene nell’euro. E Moody’s ha deciso di abbassare da A2 ad A3 il rating del Paese ellenico, minacciando nuovi tagli. Le parole del premier Giorgio Papandreou riassumono la drammaticità della giornata: "Siamo in emergenza nazionale", ha detto nel corso di una riunione straordinaria del governo, invitando tutti a "non lasciarsi prendere dal panico" e a "non perdere la testa". Anche perché l’allarme sociale cresce di giorno in giorno. Oggi è stata la volta dei dipendenti pubblici che hanno sfilato in migliaia per le strade della capitale, per protestare contro il piano "lacrime e sangue" imposto dal governo e contro il rischio di nuovi tagli decisi sotto la pressione della Ue e dell’Fmi. I cui rappresentanti, insieme a quelli della Bce, proprio in queste ore sono impegnati ad Atene in colloqui tecnici, per decidere le misure che la Grecia dovrà approntare per ricevere gli eventuali aiuti da qui al 2012. Intanto, sempre nella capitale greca, a dare il senso dell’emergenza è anche l’ipotesi circolata - ma non confermata - di un possibile "prestito-ponte" da attivare nel breve termine, prima che parta la macchina degli aiuti targata Ue-Fmi. -

Risanamento a rischio L’aggravarsi della crisi nasce dunque da un disavanzo pubblico che per Eurostat nel 2009 è stato peggiore di quello indicato da Atene: non il 12,9%, ma il 13,6%. E, come se non bastasse, l’ufficio europeo di statistica ha spiegato che potrebbe rendersi necessaria una ulteriore revisione al rialzo - tra lo 0,3% e lo 0,5% - dovuta all’incertezza che grava su alcune poste di bilancio, tra cui alcune operazioni swap negoziate al di fuori dei circuiti borsistici ufficiali. Per questo la Commissione Ue, se da un lato conferma che l’obiettivo per il 2010 resta quello di un taglio del deficit del 4%, dall’altro sollecita Atene non solo a dare "efficace e piena attuazione alle misure di consolidamento decise per quest’anno" ma - ha affermato il commissario Ue agli affari economici e monetari, Olli Rehn - "a intensificare con urgenza la preparazione delle riforme strutturali e delle misure aggiuntive per i prossimi anni», vale a dire il 2011 e 2012. Anno, quest’ultimo, entro il quale il deficit dovrebbe essere riportato sotto il 3%.

La reazione dei mercati Ma i mercati non aspettano. In seguito ai nuovi dati Eurostat, il premio di rendimento che i titoli di Stato greci decennali devono offrire rispetto al bund tedesco è volato a 600 punti base, una differenza di sei punti percentuali che non si registrava dal febbraio 1998. Ulteriore impennata anche dei rendimenti sui bond a breve termine, con quelli a due anni saliti di 292 punti. Il rischio di insolvenza sul debito della Grecia è quindi volato verso un nuovo record, toccando i 744 punti e balzando di oltre 100 punti rispetto a ieri sulla scadenza ad un anno.

L’attivazione del piano di aiuti da 45 miliardi di euro - 30 dai Paesi euro e 15 dal’Fmi - potrebbe davvero essere vicina. 

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