da Roma
Parlano della fame nel mondo e mangiano nei migliori ristoranti della capitale. Discutono di aiuti umanitari ai paesi poveri e aprono il portafogli per pagare conti salati nei più esclusivi locali della città.
Il vertice Fao, che ha visto seduti attorno allo stesso tavolo 40 capi di Stato, di governo e fiumi di delegazioni straniere, si ricorderà anche per gli stessi personaggi, impegnati a «succhiare» il nettare della «Dolce Vita». Proprio i bar di via Veneto, da piazza Barberini a largo Federico Fellini, sono stati i più gettonati per una sosta con tanto di cappuccino, cornetto ed espresso. La colazione, strettamente italiana, è stato il primo appuntamento dei leader e della schiera di 007 che li ha accompagnati. Le mete? Sempre le solite, dallantico Caffè Greco di via Condotti e «Doney», in via Veneto.
In questa occasione, invece, hanno disertato il frequentatissimo Harrys Bar. «I capi di Stato stranieri che sempre vengono a trovarci - spiega il direttore - per il vertice Fao erano blindatissimi». Ieri sera, a eccezione del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad e di quello dello Zimbabwe Robert Mugabe, quasi tutti hanno partecipato alla cena offerta dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dal segretario generale dellOnu, Ban Ki-Moon, a Villa Madama. Qualcuno però ha disertato e ha scelto l«Antica Pesa», nella romanissima Trastevere, presidiato già dalle prime ore del pomeriggio. «Ci hanno prenotato un tavolo per venti persone - racconta il proprietario Francesco Panella - ma non hanno voluto lasciare nome o nazionalità. Ci hanno fatto telefonare direttamente dagli uomini della sicurezza che hanno organizzato la sorveglianza». Tavoli prenotati anche da «Georges», in via Marche e dal «Bolognese», il gettonatissimo ristorante in piazza del Popolo. Il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad ieri alle 18 ha invece incontrato un gruppo di imprenditori italiani nella cornice del «Rome Cavalieri The Waldorf Astoria Collection», sotto la «Pergola» dellHilton di Heinz Beck. Ma il famoso chef tedesco non si lascia sfuggire una parola: «Abbiamo ricevuto ordini dallalto di garantire riservatezza ai nostri ospiti».
Il presidente dellArgentina Cristina Kirchner, invece, ha presieduto una tavolata di tutto rispetto sempre al «Bolognese». «Le scelte dei suoi ospiti - spiega il direttore del ristorante - sono ricadute su bollito, tagliatelle al ragù e culatello». Oggi, invece, cenerà da «Georges», il locale amatissimo dai personaggi della Dolce Vita, visitato ieri dal presidente della Repubblica Dominicana Leonel Fernandez.
Ieri a pranzo, invece, il presidente francese Nicolas Sarkozy ha incontrato il collega egiziano Mohamed Hosni Mubarak alla «Casina Valadier», al Pincio, per parlare attorno a uno sformatino di melanzane, involtini di rombo con punte dasparagi e un cesto croccante di frutti di bosco e zabaione, tutto innaffiato da vini rigorosamente italiani. Panorama da sogno e prelibatezze, invece, per lex segretario delle Nazioni Unite Kofi Annan, che ha scelto una mega-suite allHassler, a Trinità dei Monti. Martedì sera, invece, una delegazione della Fao ha cenato al «Cantuccio», in corso Rinascimento, davanti al Senato. «Erano in dieci - spiega il proprietario - ma preferiamo non rivelare la nazionalità. Comunque non hanno prenotato, si sono presentati personalmente. Hanno mangiato mozzarella di bufala, prosciutto di Parma, polipetti affogati, olive con bottarga, maltagliati spigola e rughetta, paccheri asparagi e gamberetti rossi». E poi hanno continuato con rombo con zucchine e patate, filetto al pepe verde, per finire con bagnolina al cioccolato e un trionfo di frutta esotica, il tutto accompagnato da ottimi vini. Proprio il caso di dire uno schiaffo alla miseria.
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