Roma

Delitto autosalone Processo il 21 ottobre

LA VICENDA Il killer colpì con una chiave inglese i titolari della concessionaria al culmine d’una lite per la consegna di un’auto

Delitto autosalone Processo il 21 ottobre

Il 22 dicembre del 2008, in un autosalone di via Tito Livio, alla Balduina, uccise a colpi di chiave inglese Massimiliano Patis, 38 anni, e ferì gravemente lo zio e socio di 50 anni, Alessandro De Antonis, che credette morto. Lo scorso maggio la Mobile, al termine di una lunga indagine, lo arrestò. Il prossimo 21 ottobre Massimo Magliocchetti sarà processato con il rito abbreviato dal gup Valerio Savio. Dopo essere stato individuato dagli investigatori confessò l’omicidio.
Il pm Antonella Nespola aveva chiesto per l’omicida il rito immediato. La difesa chiederà invece al gup l’abbreviato condizionato all’esito dell’accoglimento di una perizia psichiatrica finalizzata a dimostrare che l’uomo non è sano di mente. Perizia a cui si opporrà il pubblico ministero, convinta invece che Maiocchetti fosse nel pieno possesso delle sue facoltà al momento del delitto.
L’omicidio avvenne al termine di una lite violenta legata alla vendita di un’automobile di lusso. Gli uomini della squadra mobile arrestarono a maggio Magliocchetti, risolvendo quello che era stato ribattezzato «il giallo di Natale». Secondo quanto ricostruito dagli investigatori era stato lo stesso Magliocchetti, che ha un fratello poliziotto, a chiamare il 113 per avvertire della presenza dei due corpi all’interno dell’autosalone dopo aver cercato di simulare una rapina facendo sparire alcuni effetti personali e valori e tentato di cancellare ogni traccia di un suo precedente passaggio nel locale. Una scelta fatta forse per legittimare la sua presenza sulla scena del delitto. Molti testimoni, infatti, avevano confermato che l’uomo aveva pranzato con le due vittime poche ore prima dell’aggressione. Ad inchiodare Magliocchetti è stato De Antonis che, dopo essere stato ricoverato per mesi in coma all’ospedale Gemelli si riprese e collaborò con gli inquirenti per ricostruire quanto avvenuto il 22 dicembre nell’autosalone.
Il movente dell’omicidio era legato ad una strana compravendita di un’autovettura in realtà mai avvenuta. Magliocchetti era dipendente della Mercedes Italia e in passato aveva già avuto qualche grana per operazioni non del tutto chiare. Gli investigatori sequestrarono una documentazione, risultata del tutto falsa, dalla quale emerse la compravendita di una Mercedes.
Era anche stato aperto un finanziamento per 40mila euro ma la targa dell’auto corrispondeva ad un’automobile già esistente e che si trovava a Pordenone mentre il numero di telaio corrispondeva ad un’altra macchina che non è mai stata venduta dalla Mercedes.

Sarebbero state le pressanti richieste di De Antonis sul bonifico del finanziamento a far scattare la violenta reazione di Magliocchetti che, dopo essersi armato di una pinza-pappagallo, colpì violentemente al capo il titolare dell’autosalone per poi aggredire il nipote uccidendolo sul colpo.

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