Delitto di Garlasco, Dna maschile vicino al cadavere

nostro inviato a Garlasco (Pavia)
Ancora nessuna risposta da parte del Ris sul materiale organico raccolto in casa Poggi il 5 settembre. Ieri infatti la lavorazione per isolare il Dna (trovato sembra vicino al punto in cui stramazzò la ragazza) si è protratta a lungo e alla fine tecnici e periti di parte hanno deciso di rinviare tutto a lunedì. Quando forse dalle ultime tracce raccolte sarà possibile avere il profilo genetico del killer di Chiara.
La giovane, 26 anni, fu uccisa il 13 agosto nella sua villetta di via Pascoli 8 a Garlasco e il suo cadavere scoperto dal fidanzato Alberto Stasi, 24 anni. Il ragazzo attraversò la scena del crimine, piena di sangue, senza sporcarsi le scarpe e diventò così l’unico indagato. Ma dopo oltre un mese di indagini, i pochi riscontri certi sono a suo favore: non ci sono tracce ematiche sui suoi occhiali, sulle auto e le bici di famiglia, non c’è ombra del suo Dna sul corpo della vittima.
Dieci giorni fa pertanto i tecnici del Ris e i periti di parte sono entrati per l’ennesima volta nella villa di Garlasco e hanno raccolto una serie di reperti che sono stati messi «in lavorazione». In altri termini le tracce sono state inserite in alcuni macchinari che procedono a isolare il profilo genetico quasi in automatico. La durata del lavoro però è direttamente proporzionale alla qualità dei reperti, ma in questo caso si trattava di tracce molto labili. Ieri le operazioni sono andate per le lunghe, con la possibilità di avere i risultati solo a notte inoltrata. Così nel tardo pomeriggio gli esperti hanno deciso di rinviare tutto alla settimana prossima.


Ma se da una parte non è certo che le analisi consentiranno poi di avere risposte sicure, dall’altra le tradizionali attività di indagini segnano il passo. Così la possibilità di arrivare alla soluzione del giallo in tempi rapidi diventa ogni giorno che passa sempre più improbabile.

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