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Delitto del metrò: la romena è accusata di omicidio volontario

Doina Matei, 22 anni, si difende: "È stato un tragico incidente, non volevo uccidere". La donna era stata già arrestata e doveva essere espulsa perché non in regola con il permesso di soggiorno. La minorenne che era con lei, invece, non è indagata: tentò di deviare il colpo. Guarda il video che ha consentito l'identificazione delle due donne

Delitto del metrò: la romena  
è accusata di omicidio volontario

Roma - È atteso per mercoledì l'interrogatorio per la convalida del fermo, da parte del gip, di Doina Matei, la rumena di 22 anni accusata di aver ucciso Vanessa Russo, la ventitreenne romana morta dopo essere stata colpita con la punta di un ombrello nella metropolitana di Roma. La giovane, una prostituta romena, è stata fermata ieri insieme all’altra ragazza che era con lei al momento dell’aggressione, una minorenne C.I. Le due ragazze sono state bloccate a Tolentino, in provincia di Macerata, grazie alla segnalazione di una donna. Doina Matei, accusata di omicidio volontario, nella notte è stata portata a Roma dov'è stata interrogata.

Diverbio degenerato La giovane si è difesa tra le lacrime parlando di "un tragico incidente", la degenerazione di un diverbio avuto con la vittima. Ora si trova nel carcere di Rebibbia. La sua amica minorenne, C.I., non è indagata per l'omicidio. E' stata affidata a una casa di accoglienza sotto il controllo della procura minorile di Ancona. È stato arrestato anche un loro amico, l’uomo che le ospitava nella sua casa in Contrada Cisterna, un argentino accusato di favoreggiamento. Fin dall’inizio gli inquirenti avevano concentrato le indagini nelle Marche. Proprio a Tolentino, infatti, vive la madre di una delle due ragazze. Secondo le dichiarazioni della romena, Vanessa Russo avrebbe tentato di schiaffeggiarla e Doina, per difendersi, avrebbe alzato la mano con la quale impugnava l’ombrello. Durante la discussione Vanessa sarebbe stata colpita involontariamente dalla punta dell’ombrello.

L'accusa L’accusa per Doina Matei è di omicidio commesso in stato di impeto. Secondo gli inquirenti, infatti, Matei ha avuto una "reazione voluta, sproporzionata ai fatti e ha agito con forza". Al delitto non avrebbe dato nessun tipo di contributo la minorenne sua connazionale, che infatti non è indagata per l'omicidio.

L'arresto Le due donne sono apparse sorprese, ma più ancora angosciate, e molto deluse quando hanno visto i carabinieri di Tolentino e hanno capito di essere ormai perdute. Sono state rintracciate a casa di Ramon Marcelo Tinaglia, 49 anni, argentino, operaio in un salumificio di località Cisterna di Tolentino, dopo una segnalazione al 112 di una donna che le aveva viste sfogliare un giornale con le loro fotografie di ricercate in un centro commerciale tolentinate. Doina e l’amica erano in possesso dei documenti, e nell’abitazione di Tinaglia nascondevano degli abiti bianchi che ora verranno sottoposti a perizia. Sembra che le due ragazze volessero espatriare, anche se la circostanza e la probabile meta (c’è chi dice la Spagna) non vengono ancora confermate. Tinaglia, amico di amici comuni delle romene, comparirà domani o dopodomani davanti al gip per l’interrogatorio di garanzia, al quale assisterà anche il pm della procura di Macerata Radaelli.

Il precedente arresto Doina Matei nel novembre del 2006 fu arrestata per violazione delle norme in materia di immigrazione clandestina e fu raggiunta da un provvedimento di espulsione perché le era scaduto il permesso di soggiorno valido un anno per motivi di salute. Da gennaio, però, da quando cioè la Romania è entrata a far parte della comunità europea, l’indagata ha fatto più volte ingresso nel nostro Paese dove vive la madre. Secondo quanto chiarito dal capo della squadra mobile Alberto Intini e dal comandante del reparto territoriale di Roma Alessandro Casarsa, la Matei faceva la prostituta: "Lavorava in proprio e non per conto di un’organizzazione, non è sposata e pare sia madre di due figli per il cui mantenimento mandava soldi a Plojesti, località vicino a Bucarest.

La madre: "Ho cercato di proteggerla" "Avevo intuito che c’era qualcosa che non andava, che era successo qualcosa di brutto, e ho solo cercato di proteggere mia figlia, di trovarle un posto dove andare". La madre di Doina Matei è stata rintracciata nella notte dai carabinieri nel paese del Fermano dove si è trasferita da qualche tempo. E, hanno detto gli investigatori, ha reagito alle domande come farebbe forse qualunque madre, tentando di scagionare in qualche modo la figlia finita in carcere. La donna, regolare in Italia, lavora in una struttura sanitaria di Civitanova Marche, dopo aver fatto la badante. Non ha precedenti penali, e per legge non è imputabile di favoreggiamento, al contrario dell’operaio argentino, suo conoscente, al quale aveva chiesto ospitalità per la figlia e la seconda ragazza in fuga. Stando alle informazioni raccolte finora, Doina e l’amica diciassettenne, entrambe originarie di Bucarest, sarebbero arrivate a Tolentino sabato 28 aprile nel pomeriggio, dopo aver viaggiato con l’autostop e con altri mezzi di fortuna. Sarebbero subito andate a casa di Ramon Marcelo Tinaglia, che accogliendole nel suo casolare di Contrada Cisterna si è esposto all’arresto per favoreggiamento.

L'affittacamere La sera del 27 in cui Doina Matei e la sua amica hanno lasciato la locanda di Tivoli Terme sembravano normali, come ogni giorno, non agitate. A dirlo è la titolare Antonella. "Alle 16 - ha raccontato - hanno fatto portare giù i bagagli e alle 20 sono partite. Non ho fatto caso se c’era qualcuno ad attenderle, o se se ne sono andate da sole. Questa stessa domanda me l’hanno rivolta anche i carabinieri. Ma io davvero non so cosa rispondere.

Posso solo dire che abbiamo consegnato agli investigatori le riprese a circuito chiuso" aggiunge indicando le piccole telecamere che sorvegliano le parti comuni.

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