Dell’Utri e Cosentino indagati: assalto al Pdl L’accusa: il senatore e il sottosegretario coinvolti nella loggia segreta. Spuntano trame di Carboni sui pm del G8 In aula la sfiducia contro l’ex coordinatore campano, accusato da un nuovo pentito. L’Ud

Gian Marco Chiocci Emanuela Fontana

RomaSventato il voto in aula sulle dimissioni di un ministro, che se n’è andato da solo (Aldo Brancher), il governo si trova ora fra i piedi un’altra mozione di sfiducia che sarà discussa a breve alla Camera: l’uomo in bilico è un sottosegretario, Nicola Cosentino, indagato dalla procura di Roma per associazione segreta. Come Denis Verdini, uno dei coordinatori del Pdl. Come Marcello dell’Utri, senatore Pdl. Quelli di Cosentino e di Dell’Utri sono infatti gli ultimi due nomi di esponenti della maggioranza iscritti nel registro degli indagati, entrambi per il filone grandi appalti che riguarda il progetto dell’eolico in Sardegna e che si sta concentrando su un gruppo, presunta associazione segreta, denominata giornalisticamente P3, che avrebbe tentato di deviare il corso delle vicende giudiziarie e politiche del Paese. A parte la suspanse politica per il voto a Montecitorio sull’ex coordinatore campano e sottosegretario all’Economia Cosentino (la mozione sarà presentata da Di Pietro, l’Udc la appoggerà, come voteranno i finiani?) il dato che emerge è soprattutto statistico: quanti sono ormai i politici del Pdl indagati in Italia? Mezzo partito è sotto inchiesta.
Di quattro si è detto: Cosentino, Dell’Utri, Verdini e Brancher, quest’ultimo imputato a Milano per il processo Bpi-Antonveneta. Nell’inchiesta sull’eolico è stato recentemente messo sotto inchiesta anche il governatore della Sardegna Ugo Cappellacci. Andando a ritroso ecco poi Claudio Scajola: da precisare subito che non è indagato, ma è stato coinvolto nell’indagine su G8 e grandi eventi per l’acquisto della sua casa di via del Fagutale a Roma. Proprio per questa vicenda si è dovuto dimettere da ministro dello Sviluppo Economico. Su Cosentino pende anche una richiesta di condanna per presunti contatti con la camorra, mentre Verdini è già indagato a Firenze per corruzione. Rinvio a giudizio pure per Sabatino Aracu nell’inchiesta su «Sanitopoli». Indagato, per corruzione sui grandi eventi, l’ex ministro Pietro Lunardi.
Tornando ai fatti più recenti, i nomi di Cosentino e Dell’Utri comparivano già numerose volte nell’ordinanza del gip su eolico e P3 che aveva mandato in carcere nei giorni scorsi l’imprenditore sardo Flavio Carboni, l’ex esponente della Dc campana, Pasquale Lombardi, e il costruttore napoletano, Arcangelo Martino. Gli avvisi di garanzia erano insomma nell’aria. In particolare per Cosentino: si ipotizzava una presunta diffamazione nei confronti dell’attuale governatore della Campania, Stefano Caldoro. La diffamazione riguarderebbe un dossier in cui si fanno illazioni false sulla vita privata del neogovernatore. «Ancora una volta - ha reagito Cosentino - apprendo dalle agenzie di stampa di essere sotto inchiesta. Mi pare si tratti di una sorta di “banda del torchio”, dal sapore davvero surreale». Il nome di Cosentino, a quanto si apprende da fonti dalla procura partenopea, compare anche nei verbali di un’indagine sui Casalesi che ieri ha portato a 17 arresti. Lo tira in ballo il pentito Raffaele Piccolo per una vicenda di riciclaggio. Pier Ferdinando Casini ha già chiarito che l’Udc «non esiterà a votare» la mozione di sfiducia.
Marcello Dell’Utri è citato invece nell’ordinanza sull’eolico come uno dei partecipanti alla cena della presunta P3 che si svolse il 23 settembre dello scorso anno a casa di Denis Verdini, cena in cui, secondo il gip De Donato, parteciparono tutti i protagonisti di quest’ultima inchiesta, compresi i magistrati Antonio Martone e Arcibaldo Miller, e il sottosegretario alla Giustizia Caliendo. Secondo il pm la «nuova P2» di Flavio Carboni & C. avrebbe tentato di avvicinare anche i pm di Firenze che indagavano sul G8. Dell’Utri avrebbe partecipato anche ad altre due «riunioni», svoltesi tra il 9 e il 13 dicembre.
Tra i magistrati intanto potrebbe saltare la seconda testa.

L’avvocato generale in Cassazione Antonio Martone ha già chiesto al Csm di andare in pensione («lascio per difendere il mio onore, mai fatto pressioni sulla Consulta»). Ieri il Consiglio superiore della magistratura ha aperto una pratica su Alfonso Marra, il procuratore generale presso la Corte d’Appello di Milano il cui nome compare nell’inchiesta romana.

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