Delusione Rossa. E Hamilton umilia Vettel Alonso: "Due o tre soste? Cambiava poco"

Il Gp della Turchia è fra tre settimane. Ventuno giorni. Per risorgere? Forse. Per migliorare? Probabilmente. Per sperare? Sicuramente. Le truppe di rosso vestite che solo sabato credevano di stare meglio hanno scoperto che i miraggi sono cosa non solo desertica ma anche orientale. Sesta e settima, Massa e Alonso, non bello. Sarebbe però sbagliato sparare sul muretto Ferrari e la strategia delle due soste che in Cina ha portato un ottimo Felipe nel salotto buono della prima posizione (giro 31) e seconda (giro 40), salvo poi strattonarlo indietro man mano che le gomme dure deperivano senza poter reggere il confronto con altri polimeri in disfacimento, ma a uno stadio meno avanzato.

Per spiegare i patemi e la confusione degli uomini in rosso di casacca e risultati bisogna indagare al femminile: perché è femmina l’imputata più nota, trattasi di aerodinamica, ma è femmina anche l’involontaria coimputata, trattasi di gomma. Nel senso che tutto il bello che la Pirelli sta regalando a questo mondiale in termini di sorpassi e capovolgimenti di fronte e difficoltà nel capire il comportamento dei pneumatici si può tradurre - per i team alla ricerca dell’affinamento giusto, quindi non solo la Ferrari - in una grande complicazione in più. Interpretare queste gomme quando si rincorre è come camminare sulle sabbie mobili.

Per cui, la Ferrari ben ha fatto a osare. Così non si può dire della Red Bull di Vettel che comodamente seduta da tempo nel salotto buono del mondiale poteva risparmiarsi degli azzardi. Se non altro, l’auto che mette le ali ha dimostrato di non essere sempre di un altro pianeta. Le due McLaren hanno dato spettacolo, ed Hamilton con vittoria e rimonta arrabbiata più di tutti. E ha dato speranza.

La speranza che una volta definitivamente copiato - come fatto a Valencia proprio dalle McLaren - il sortilegio tecnico dell’ala Red Bull, anche la Ferrari possa rientrare nella partita. Beninteso: complici o coimputate sempre le gomme.