Politica

DEMOCRAZIA ANESTETIZZATA

E così, l’Italia va alla guerra e un governo senza faccia e senza maggioranza neanche sente il bisogno di convocare, non già le Commissioni esteri e difesa, ma le Camere per farsi autorizzare anche alla violazione del famoso articolo 11 della Costituzione, tanto invocato negli anni scorsi. Registriamo dunque quest’altro oltraggio che segue la linea da noi denunciata fin dal primo giorno, del colpo di Stato sotto anestesia. E, quel che è peggio, il centrodestra non sa dire di no, non punta i piedi, non urla, non sa rendere la pariglia dovuta e aspettata dopo essersi fatto ardere sui roghi per aver dato un contributo umanitario all’Irak.
Sono dunque giorni di angoscia, vergogna e ipocrisia che noi siamo obbligati a denunciare affinché in futuro non si dica che eravamo tutti d’accordo. Ormai l’intervento in Libano è una questione non soltanto politica, ma morale perfettamente illustrata dalla vicenda funesta e grottesca del giovane militante di Rifondazione Angelo Frammartino accoltellato a morte in Israele da un palestinese il quale si giustifica dicendo: «Scusate, pensavo che fosse un giudeo». Questa storia contiene tutti gli elementi della pena e dell’orrore insieme a quello della stampa che nasconde la verità, la camuffa mentendo agli italiani. Intanto si apre il festival mondiale del ridicolo, nel più autentico e rinnovato spirito di Monaco, quando tutti corsero al soccorso del povero Hitler.
È certamente ridicolo che il nostro ministro degli Esteri pensi di essere diventato il tutore del Segretario di Stato americano. È ridicolo che il suo Presidente del Consiglio lo debba smentire sul fatto che la colpa della guerra è degli hezbollah ed è ridicolo che resti senza risposta la domanda: chi va a disarmarli? È ridicolo che la Francia mandi soltanto un plotone di generali ma non la truppa, perché ha attitudine al comando ma non al combattimento. È bruciante che la Germania mandi soltanto una nave ospedale, perché ciò significa che il governo di Angela Merkel non crede in questa missione, come non ci crede la Casa Bianca e in definitiva non ci crede nessuno tranne i musulmani malesi e indonesiani che dovrebbero costituire la truppa col casco blu sulla testa, i quali indovinate un po’ da che parte staranno.
Intanto la depressione morale ed economica devasta Israele, costretto ad annunciare lo stop del ritiro dalla Cisgiordania dopo aver udito la straordinaria proposta di D’Alema di mandare soldati anche a Gaza e dunque domani, perché no, anche in Cisgiordania, così da assicurare ad Israele guerra e insicurezza in luogo di pace nella sicurezza. Tutto questo teatro osceno e ipocrita, basato su un documento ridicolo come una risoluzione dell’Onu, alla fine può condurre ad un solo epilogo di cui Prodi e D’Alema potranno andare orgogliosi: una guerra vera.
Una guerra che Israele dovrà intraprendere se vorrà sopravvivere, contro la Siria che fa da corridoio alle armi iraniane di fabbricazione cinese e prima o poi contro lo stesso Iran che bara su tutti i tavoli mentre costruisce armi nucleari da montare su vettori cinesi. Questo sarà il risultato di una diplomazia debole, arrogante, megalomane, ignorante e di pura propaganda.
La guerra vera, e forse la vera catastrofe, verranno esattamente quando lo sgangherato corpo di spedizione che si appresta a raggiungere Beirut dichiarerà fallimento e seppellirà i suoi poveri morti, per la maggior gloria di un governo che disprezza il popolo attraverso il suo disprezzo per il Parlamento.
p.

guzzanti@mclink.it

Commenti