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Demoliti gli Stati Uniti L'Italia del rugby continua a sognare

Nella penultima partita del girone di qualificazione, gli azzurri di Mallett sconfiggono gli americani: 27-10 e punto di bonus. E martedì il match decisivo con l'Irlanda

Demoliti gli Stati Uniti 
L'Italia del rugby 
continua a sognare

I pregi e i difetti si sono ancora visti tutti: un grande pacchetto di mischia (che con un po' di enfasi qualcuno accredita come il più forte di questi mondiali) dove hanno giganteggiato Sergio Parisse e Martin Castrogiovanni, cui la dieta da celiaco sembra avere moltiplicato le energie; una linea di trequarti di scarse idee tanto in fase di attacco che di difesa; e, più in generale, la solita imprecisione nei fondamentali di questo gioco, i passaggi approssimativi, i lanci in touche a casaccio, i calcetti pretenziosi, le piccole incertezze tanto più incomprensibili davanti ad una squadra ingenuotta come gli Stati Uniti. Insomma, la solita Italia del rugby, un passo sopra la sufficienza ma due passi sotto l'eccellenza. Senza voler infierire sul guaio ormai annoso dell'assenza di un calciatore, visto che anche oggi, per l'ennesima volta, Mirco Bergamasco conferma che quello del cecchino non è il suo mestiere.

Ma l'importante oggi era vincere, facendo almeno quattro mete per poter continuare a sperare, almeno sulla carta, di agganciare l'Irlanda martedì prossimo. E la missione viene compiuta al 25' del secondo tempo, a un quarto d'ora dalla fine, quando l'Italia, dopo i tre palloni schiacciati oltre la linea nel primo tempo da Parisse, Orquera e Castrogiovanni, conquista una meta tecnica di punizione a causa delle ripetute scorrettezze degli statunitensi, in inferiorità numerica per una espulsione temporanea e costretti al fallo. Ma quanta fatica, troppa fatica. Anche perchè dopo la quarta meta, invece di spegnersi gli Usa - come era psicologicamente logico attendersi - a tirare i remi in barca sono gli azzurri. E la partita, sostanzialmente, finisce lì.

Bilancio dunque, successo e bonus a parte, non del tutto confortante: anche in una partita in cui la mischia ha consegnato ai trequarti palloni di qualità, che chiedevano solo di essere giocati senza tanti patemi, la carenza di progettualità in fase offensiva è apparsa ancora più lampante del solito. Il guaio è la cerniera dei due mediani, la cabina di regia di ogni squadra, dove ieri Semenzato ha confermato tutta la sua mancanza di carisma, e Orquera di essere probabilmente uno dei mediani di apertura più scarsi del Mondiale. Tra cinque giorni ci aspetta l'Irlanda.

Se giochiamo così, saranno cavoli amari, e il sogno di passare per la prima volta ai quarti di finale resterà, per l'appunto, un sogno.

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