A Milano un simposio internazionale, organizzato da Sunstar Foundation e dal Joslin Diabetes Center di Boston, la più importante organizzazione mondiale che si occupa di clinica e ricerca sul diabete, ha approfondito il legame tra diabete e salute orale, aprendo interessanti prospettive alla prevenzione primaria. La situazione è allarmante: 371 milioni gli affetti da diabete nel 2012, con una crescita del 91% negli ultimi 10 anni. Ed è ben noto, oggi, il legame tra diabete e parodontite, collegata a un peggioramento del controllo glicemico negli affetti da diabete, nonché a un maggior rischio di complicanze, come malattie coronariche, cardiache, renali e a un'aumentata mortalità. Questo perché il processo infiammatorio tipico della parodontite che s'accende a livello locale ha ricadute a livello sistemico, andando a peggiorare l'insulino-resistenza e aprendo le porte anche al diabete. D'altro canto le ricerche confermano come la malattia parodontale sia a sua volta una complicanza del diabete e, quindi, in caso di diabete non controllato, il paziente risulti essere a maggior rischio di malattia parodontale grave. Compresi i meccanismi «a doppio senso» che legano diabete e parodontite, è perciò fondamentale sviluppare strategie di screening per trattare i pazienti da diverse prospettive e agire in senso preventivo e sinergico su entrambi. Dato che la parodontite in pazienti con diabete non controllato può portare a complicanze, è necessario che dentisti e igienisti dentali siano coinvolti nel trattamento insieme a diabetologi, nutrizionisti e medici di base: non devono limitarsi alla cura delle malattie parodontali, ma anche informare i pazienti sull'importanza di alimentazione, riduzione del peso e attività fisica, fattori-chiave in un buon controllo glicemico. Un'alimentazione a basso indice glicemico e ricca d'antiossidanti, per esempio, migliora sia l'insulino-resistenza che le malattie parodontali perché agisce in senso «anti-infiammatorio» e, di fatto, la parodontite è un'infiammazione a livello gengivale che può estendersi ad altri organi. Dentisti e igienisti dentali possono arrivare persino a rivestire un ruolo specifico nell'identificare i pazienti a rischio: è in pubblicazione uno studio di Robert J. Genco, professore emerito di Biologia Orale e Microbiologia della State University of New York, su 1.021 pazienti in cui la salute orale è stata monitorata insieme a un controllo dei livelli glicemici. Di questi, il 40% era affetto da malattia parodontale, ma la cosa sorprendente è che nel 12% dei casi i pazienti monitorati non sapevano d'avere il diabete o d'essere in uno stadio pre-diabetico.
Come ha sottolineato Maurizio Tonetti, direttore esecutivo di European Research Group on Periodontology (ErgoPerio): «Diabete e malattia parodontale condividono molti fattori di rischio predisponenti - età, obesità, isulinoresistenza, infiammazione - ma i cosiddetti pazienti middle aged, in cui si può ancora fare con efficacia un'attività di prevenzione, non vanno spesso dal medico, mentre si recano regolarmente dal dentista» .Un nuovo approccio interdisciplinare, dunque, per creare nuove opportunità di diagnosi precoce e prevenzione primaria.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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