I genitori non vengono a prendere i bambini a scuola? Scatta la denuncia della direzione didattica per abbandono di minore. Inoltre le manleve non hanno validità legale. Le autorizzazioni che le famiglie sottoscrivevano per esonerare la scuola da qualsiasi «incidente» potesse accadere al proprio figlio minore che andava a casa da solo dopo l'orario scolastico, in realtà non servono a nulla. O meglio. Non servono, davanti ad un tribunale, a scagionare la scuola.
Queste le nuove controverse indicazioni arrivate con una circolare in tutte le direzioni di Genova da parte del direttore provinciale Attilio Massara.
La patata bollente è passata dal Ministero dell'Istruzione alle singole scuola, sempre in nome dell'autonomia. Da quando suona la campanella dell'uscita, a quando i bimbi vengono accompagnati nelle mani dei propri genitori, c'è un lasso di tempo lungo nel quale può succedere di tutto. La scuola ha deciso così di tutelarsi e ogni circolo didattico ha scelto entro quanto tempo è ancora dovere della scuola tutelare il minore e quando scatta la responsabilità dei genitori. Pare che dai cinque ai quindici minuti sia il lasso di tolleranza per un eventuale ritardo di mamma e papà a venire a recuperare il bimbetto a scuola. Questo periodo, però, può essere pazientemente coperto dagli insegnanti solo in caso di vero ed estremo ritardo in caso di grosse necessità da parte del genitore. Se il ritardo è cronico, allora si passa alle maniere forti. L'insegnante è costretto a denunciare il caso alla direzione che dopo aver richiamato più volte la famiglia, alla fine deve ricorrere alle forze dell'ordine e denunciare così l'abbandono del minore.
«Non siamo d'accordo - dicono molte insegnanti- il nostro lavoro finisce con il termine delle lezioni. Non ci sono periodi successivi in cui dover ancora accudire ai nostri alunni. È compito dei genitori - aggiungono - venirseli a prendere e prendersi così la loro responsabilità».
La circolare, dice ancora, che se il genitore non può mai venire deve dare delega ad altri adulti. Il loro documento di identità deve essere consegnato all'insegnante che, in questo modo, sa come gestire la situazione.
«È veramente una cosa ridicola - attacca subito Cristina Boero, maestra di una scuola di Staglieno - non capisco perché tutte queste paranoie per i piccoli delle elementari, e niente per i ragazzini delle medie e dei primi anni delle superiori. Anche loro - continua - sono minori da tutelare. Lo sono fino a diciotto anni. Perché per quegli insegnanti, quelle famiglie e quegli studenti nessuno dice niente? Possono andare tranquillamente a casa da soli senza che nessuno batta ciglio».
Alcuni dirigenti sostengono che in realtà anche i bimbi delle elementari possono andare a casa da soli. Basta che un genitore lo dica alla maestra o lo scriva sul diario. E' una semplice comunicazione alla scuola che non necessita più di nessuna manleva. Della comunicazione verbale, però, nessuno si fida.
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