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La denuncia di Maroni: "Una legge elettorale per punire la Lega"

L'ex ministro dell'Interno considera le trattative dei partiti sulla riforma della legge elettorale "una sceneggiata". E teme una legge punitiva contro la Lega

La denuncia di Maroni: "Una legge elettorale per punire la Lega"

"Siamo di fronte ad una sceneggiata". Per Roberto Maroni le trattative tra i partiti sulla riforma delle legge elettorale sono solo un teatrino, perché "i cambiamenti non si annunciano con i proclami ma si portano i provvedimento in Parlamento. In questi giorni ho sentito grandi proclami e penso che non ci sia nessuna intenzione di modificare questa legge elettorale che mette nelle mani dei segretari di partito la lista dei candidati. Penso che ci sia solo un po' di teatro, ma non c'è sostanza".

L'ex ministro dell'Interno, ospite di Sky tg24, ha denunciato "un'aria di inciucio" credendo che "si stia pensando di fare come Craxi e cioè una legge elettorale punitiva contro qualcuno e quel qualcuno è la Lega. C'è il timore che nella mente di qualcuno del Pdl, Pd e Terzo Polo qualcuno pensi questo ma io credo che non ci riusciranno".

La risposta del Pdl non si è fatta attendere. "Non c'è nessuna volontà di fare una legge elettorale punitiva per la Lega Nord o per altri", ha commentato il coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa, aggiungendo che "avrei preferito che nella delegazione della Lega Nord, con Bossi e Calderoli, ci fosse anche Maroni". Se fosse venuto alle consultazioni, ha concluso La Russa, "si sarebbe accorto che il Pdl non ha alcuna intenzione di immaginare una legge punitiva per qualcuno".

Il leghista si è poi rivolto a quella che definisce la "nuova triplice", cioè Pdl-Pd-Udc, la maggioranza che appoggia Monti, e la invita a riproporre "la devolution, la nostra riforma già approvata nel 2006 e bocciata dal referendum". L'esponente del Carroccio ha poi ricordato che quella riforma contiene tra l'altro "il taglio del numero dei parlamentari e la riduzione dei costi della politica".

Su Berlusconi, Maroni ha fatto solo un accenno, affermando che "non siamo nemici, ma siamo su fronti opposti, il Pdl sostiene il governo Monti mentre la Lega è all'opposizione; e quando ci parliamo gli ribadisco la posizione della Lega e cioè che in questa situazione, alle prossime elezioni il Carroccio andrà da solo".

Comunque sia, per Maroni, con l'ex premier "c'è un rapporto molto buono. È una persona che stimo e non ho mai rinnegato l'azione del governo Pdl-Lega, siamo stati sempre leali ma ora le cose sono cambiate e siamo su due fronti diversi. Quando ci sentiamo parliamo di Milan".

Maroni si è concentrato in seguito sull'analisi del proprio partito e ha detto: "Io non credo ci sia bisogno di cambiare la Lega. Ci sono delle cose positive che devono continuare, poi sono stati fatti degli errori che io ho denunciato, ma il progetto della Lega è e rimane quello che c'è. Bisogna dare spazio ai giovani: l'età media dei nostri sindaci è 35 anni, si tratta di gente capace e io penso che c'è bisogno di dare spazio alle nuove generazioni, nuova linfa al partito, ma la linea è quella del segretario".

L'ex ministro dell'Interno ha negato anche ogni tipo di contrapposizione tra il cerchio magico, i bossiani, e i barbari sognatori, i maroniani: "Ci sono i leghisti, che hanno passione per la una Lega che vuole andare da sola. I barbari sognatori è una cosa spontanea, non è una corrente organizzata. Nella Lega non ci sono correnti".

Infine, non poteva mancare la critica nei confronti del governo Monti che "sta facendo cose sbagliate e sta portando via i soldi ai comuni con manovre iperstataliste", come l'Imu. 

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