RomaInsultata per strada, a Roma. In pieno centro, e nellindifferenza generale. La brutta avventura della deputata del Pd Paola Concia la racconta per prima lei stessa, sulla sua pagina Facebook, postando un commento laltro ieri sera. «Non ci sono andata più al concerto di Patty Smith e Carmen Consoli. Stavo andando alla macchina mano nella mano con Ricarda e mi sono sentita scaricare addosso tanti di quegli insulti: Lesbica di merda, ai forni vi devono mandare ecc. Mi voleva mettere le mani addosso. In pieno centro, le persone guardavano... e alcuni si sono arrabbiati con me. Che cosa siamo diventati».
Laggressore è un ragazzo sui 30 anni, che ha incrociato la deputata del Pd in via di Campo Marzio, a due passi da piazza del Parlamento, mentre la Concia, insieme alla compagna, Ricarda, stava appunto andando al Galoppatoio di Villa Borghese per assistere al concerto organizzato per la giornata mondiale della Terra. «Il ragazzo mi ha riconosciuta - spiega lesponente del Pd - e mi ha subito insultata». Sono le 19.30, cè molta gente in strada che si ritrova ad assistere alla scena, mentre il trentenne prosegue la raffica di insulti omofobi e si avvicina minaccioso alla coppia. La Concia reagisce verbalmente, «come ti permetti?», grida al ragazzo, che invece di placarsi si arrabbia ancora di più. Eppure nessuno dei testimoni, racconta la parlamentare, interviene in sua difesa. Anzi.
«Alcuni mi hanno anche rimproverata - sospira la Concia - perché avrei alzato troppo la voce». Ed è proprio il «senso di impunità», larroganza mostrata dallaggressore, a colpire più degli insulti la deputata: «Sembrava sicuro e consapevole di poter fare quello che ha fatto senza subire alcuna conseguenza». Interviene anche un parlamentare del Fli, Antonino Lo Presti, che si ritrova a difendere la Concia e la sua compagna non dal ragazzo, che si era appena allontanato, ma addirittura dagli altri presenti. Più che di indifferenza, infatti, il deputato finiano parla di aperta ostilità, non solo omofoba ma anche antipolitica: «Cerano altri passanti che la stavano attaccando, invece di difenderla. La invitavano a stare zitta e si era creato un clima di tensione e di odio sia nei confronti della Concia e della sua compagna in quanto gay, sia perché si era capito che eravamo dei parlamentari». Per evitare il peggio, Lo Presti - secondo il quale i «testimoni» stavano quasi «arrivando alle mani» - chiama i carabinieri e la polizia di Montecitorio, e solo a quel punto torna la calma.
Ieri la solidarietà del mondo politico alla Concia è stata massiccia e trasversale. Ma il commento della deputata è amaro: «Che cosa sarebbe accaduto se una cosa del genere fosse accaduta in periferia, e le protagoniste fossero state due ragazze?».
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