La deputata Pd: «Incivile l’attacco alla Carfagna»

«Negli insulti di Sabina al ministro c’è tutta la peggior misoginia del Paese»

da Roma

«Il comizio di Piazza Navona? Mi ha fatto rivoltare le budella». Non usa giri di parole, la deputata del Pd (ex Ds) Paola Concia, per condannare «quell’attacco incivile a Mara Carfagna» partito dal palco.
Onorevole Concia, lei è l’unica militante gay in Parlamento, e alla ministra Carfagna non le ha certo mandate a dire in questi mesi...
«Certo, la ho criticata politicamente per come fa il ministro delle non-pari opportunità. Sui diritti degli omosessuali non ne ha azzeccata una, ha esordito criticando il Gay pride e proseguito affermando che in Italia i gay non hanno bisogno di diritti e che le unioni civili non vanno riconosciute. Le ho detto che non può fare affermazioni simili su un mondo che evidentemente non conosce. L’ho incalzata e continuerò a farlo. Ma non accetto che venga attaccata in quel modo becero».
Guarda caso da una donna.
«Già. In quegli insulti di Sabina Guzzanti c’era tutta la peggior misoginia, spesso femminile, di questo Paese. È molto più facile dire che una donna fa carriera grazie a bellezza o favori sessuali che ammettere che possa essere più brava di te. Come se poi il problema dell’inesistenza della meritocrazia in politica riguardasse solo le donne, o solo il centrodestra...».
Che vuole dire, onorevole Concia?
«Che la selezione della classe dirigente nel nostro Paese è senza regole. E questo vale per tutti i sessi e per tutti i partiti. E poi vogliamo parlare di cosa sono capaci di fare gli uomini per un posto di potere? Cose ben peggiori di quelle attribuite alla Carfagna, solo che c’è un’omertà molto maggiore. E poi basta con queste inciviltà, con questa guerra che va avanti da 15 anni nella quale l’avversario è un nemico da abbattere nei modi più beceri. È una contrapposizione selvaggia che fa male al Paese».
Una guerra in cui la sinistra ha fatto la sua parte.
«Un brutto sport, che secondo me ha iniziato Berlusconi, e noi abbiamo continuato. C’è una supponenza etica della sinistra, che si attribuisce superiorità morali aprioristiche. Anch’io credo che la nostra idea di società sia più “giusta”, ma non per questo penso di essere automaticamente superiore alla Carfagna, per dire. Certo Berlusconi, con i suoi comportamenti e le sue forzature delle regole, contribuisce a creare questo clima. Ma la sinistra che da 15 anni lo addita come il male assoluto lo ha fatto vincere sempre».
Qual è l’alternativa?
«Darci delle regole di civiltà condivise nel confronto politico. E poi cercare di battere il centrodestra politicamente, grazie a una sinistra che riesce a parlare alla maggioranza del Paese. Dobbiamo imparare ad ascoltare di più la società e i suoi cambiamenti. È un errore della sinistra ascoltare solo quello che ci piace.

La novità del Pd serve proprio a questo. In questo Paese c’è un rapporto malato tra politica e magistratura, accentuato dalla presenza di Berlusconi. Ma io voglio che il Pd vinca grazie alla sua politica, non grazie a tribunali o intercettazioni».

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