Desio, via Togliatti diventa via Caravaggio

La giunta di centrodestra cambia nome alla strada intitolata al leader comunista

Via Palmiro Togliatti? Scomparsa dalla toponomastica di Desio. Meno di cinque minuti, una delibera di giunta, senza tante discussioni e anche il Migliore deve farsi più in là. Nella città natale di Pio XI non c’è più posto neppure per la memoria del vecchio capo comunista. Lo ha deciso l’esecutivo di centrodestra, guidato dal sindaco Giampiero Mariani e sostenuto all’unanimità dagli esponenti di Forza Italia, della Lega Nord e di Alleanza nazionale.
Il tentativo di dare un colpo di spugna alla strada intitolata al «compagno», che aveva fatto sognare generazioni di vecchi comunisti, lo aveva tentato anche Piergianni Prosperini quattordici anni fa. L’attuale assessore lombardo allo Sport, allora sbarcato a Desio per candidarsi alla carica di primo cittadino, era finito all’opposizione di un monocolore leghista guidato dall’allora sindaco Stefano Fontana. In consiglio comunale Prosperini si era ficcato in testa di «sfrattare» il Migliore con uno dei suoi pirotecnici interventi. In piedi con il timbro di voce da far tremare i vetri, il seguace di Gianfranco Fini aveva messo sul tappeto una questione «che parte da Desio, ma interessa tutto il Paese». Un intervento che fece saltare i nervi al popolo della falce e il martello.
«Alla luce di attendibili rivelazioni dell’Est, Togliatti - tuonò Prosperini - fu carnefice di prigionieri italiani in Russia, fedele e ossequente amico del criminale internazionale Stalin». Questa la premessa. I progressisti allora insorsero. Il rappresentante di Alleanza nazionale, allora nel parlamentino locale desiano, non fece una piega. Piergianni Prosperini, come un tornado in piena azione di guerra si carica. Vuole demolire l’immagine del Migliore. «Migliore? - si domandò -. È stato il leader indiscusso di un partito che, con la sua attività, ha sostituito la maternità con l’aborto, la famiglia con il divorzio, la critica individuale con il cervello all’ammasso».
Il pubblico di quella famosa adunanza del consiglio si scalda: applausi, urla, fischi, ancora applausi. Non è finita. L’attuale assessore regionale lancia l’attacco più duro: «Dopo il fallimento dell’esperienza comunista in tutto il mondo, dove ha seminato fame, torture, soppressione dei diritti dell’uomo, disastri economici e genocidi non si capisce perché debbano continuare a essere onorati uomini che impegnarono la loro vita e le loro energie a far trionfare anche nella nostra Patria l’infame disegno comunista». L’ordine del giorno passa. Eppure, qualche mese dopo la maggioranza del Carroccio capitola. Si va alle elezioni, subentra il centrosinistra, che mette tutto in archivio.
«Adesso - ribatte l’assessore di Alleanza nazionale Vincenzo Simone - con le stesse motivazioni di allora, la via dedicata a Togliatti sparisce davvero e sarà intitolata al grande artista Caravaggio».

«In seguito – aggiunge il vice sindaco di Forza Italia Vincenzo Bella - cambieremo il nome pure a via Antonio Gramsci. Purtroppo non potremo fare lo stesso con via Carlo Marx, perché andremmo a creare troppi disagi ai numerosi cittadini che vi risiedono».

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