Avevano messo in piedi unorganizzazione specializzata nella produzione e nella distribuzione in commercio di detersivo contraffatto che operava nel Lazio, nelle Marche, in Abruzzo, Campania, Calabria, Puglia e Sicilia. Sedici persone sono state denunciate ieri alla Procura della Repubblica di Velletri. Tra le accuse quella di contraffazione, alterazione o uso dei segni distintivi di opere dingegno o di prodotti industriali, commercio di prodotti con segni falsi, frode nellesercizio del commercio. La denuncia è scattata a seguito delloperazione «bad cleaner» condotta dal comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma che ha portato alla scoperta della rete.
Lindagine era cominciata lo scorso anno, grazie alle segnalazioni di alcune casalinghe che lamentavano le scarse «prestazioni» di un notissimo detersivo per il bucato. Dopo un primo sequestro in un centro commerciale dei Castelli Romani, le Fiamme Gialle hanno allargato linvestigazione ad altre regioni arrivando alla scoperta e al squestro di oltre quattro quintali di detersivo in polvere confezionato, un silos con oltre una tonnellata di detergente in polvere e duecento litri di detersivo liquido. A questi si aggiungono otto tonnellate di sale marino (utilizzato per la contraffazione del prodotto) e ventimila ricariche di profumi per lambiente. I detergenti erano piazzati sul mercato in contenitori dalla qualità di stampa quasi del tutto identica alloriginale ma differente per piccoli difetti di confenzionamento.
A coordinare la truffa un ristretto nucleo di persone che gestivano gli ordinativi, la produzione, lo stoccaggio e il trasporto dei detersivi contraffatti. Secondo gli inquirenti lattività dellorganizzazione avrebbe avuto sede a Poggio Reale, in provincia di Napoli. I responsabili, alcuni dei quali già noti alle forze dellordine, si presentavano come «teste di legno» di società pronte a scomparire.
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