Paola Setti
da Sestri Levante (Ge)
Dice Mario Borghezio che la data di approvazione della devoluzione, passerà alla storia dItalia e sarà più importante del 25 aprile, «perché la nostra riforma è stata la vera liberazione da un nemico più pericoloso delloccupante straniero, e cioè lo statalismo e il centralismo che per i nostri popoli sono stati una prigione ideologica».
Toni forti magari, ma è questa latmosfera che si respira qui a Sestri Levante, nella seconda puntata, dopo la tappa emiliana, della «scuola quadri federale» della Lega Nord. In 250 sono arrivati subito dopo pranzo. Da tutta Italia, anche se le provenienze padane, inutile dirlo, vanno per la maggiore. Stanno blindati in un hotel sul mare, i soli giornalisti ammessi sono quelli di Tele Padania, i ritmi degli interventi sono serrati.
Di che cosa si tratti è ancora leuroparlamentare a riassumerlo: «Si può essere cattivi amministratori di condominio, come Romano Prodi, oppure capaci, come noi. Ecco, il nostro scopo è stipulare buone polizze di assicurazione per tutelare gli italiani per esempio da ciò che è accaduto in Francia». Così eccolo, lesercito dei dirigenti leghisti sulla via dellapprendimento: del che cosa ha fatto la Lega al governo, del che cosa resta da fare, soprattutto di come ogni fazzoletto verde dovrà farlo sapere ai cittadini.
Ma anche di quale ruolo dovrà darsi la Lega, adesso che la battaglia principale è vinta. Cè il referendum, certo, «vedrete che anche i cittadini del Sud voteranno a favore della riforma» giurano i ministri. E poi cè da vigilare che i presidenti di Regione se li prendano davvero, i poteri che la devoluzione gli ha affidato.
Così, ministri e onorevoli raccontano ognuno un pezzo di governo leghista. Ieri è toccato, fra gli altri, al ministro della Giustizia Roberto Castelli, che ha illustrato la sua riforma dell'ordinamento giudiziario.
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