«Dialogo? La mossa tocca alla sinistra»

Il leader della Cdl è scettico sulla collaborazione tra i Poli in vista della Finanziaria

nostro inviato a Rimini
Dal buen retiro di Porto Rotondo Silvio Berlusconi segue con interesse il dibattito in corso, sondando con attenzione gli imput che arrivano dal Meeting di Rimini. Alla kermesse di Cl il Cavaliere ci tornerà venerdì, la sua terza partecipazione dopo quelle del 2000 e del 2002. E per allora dovrà aver chiara la linea da tenere sulle aperture al dialogo arrivate dal presidente del Senato Franco Marini. Una disponibilità cui Berlusconi guarda «con realismo» perché - spiegava ieri ai suoi - «per dialogare bisogna essere in due». Insomma, il leader di Forza Italia vede con favore un’eventuale distensione dei rapporti ma è anche convinto che «la prima mossa non può spettare all’opposizione».
Con Marini i rapporti sono ottimi e la pattuglia formigoniana spinge affinché il leader di Forza Italia faccia sua da Rimini una nuova stagione di dialogo. Ma qualche dubbio resta, perché - confidava ieri il Cavaliere nelle sue telefonate - «noi ci siamo già spesi in più occasioni, dall’indulto ai due voti sulla politica estera». E ancora ieri ripeteva le sue perplessità sull’eccessiva fretta con cui si è dato il via libera alla missione in Libano. E dunque «la palla sta a loro».
Considerazioni confermate dagli spunti di riflessione buttati giù in questi giorni da Sandro Bondi in vista dell’appuntamento settembrino di Gubbio. «In Parlamento - scrive il coordinatore di Forza Italia - nonostante i diversi ruoli si possono aprire rapporti diversi tra maggioranza e opposizione, di confronto rispettoso e leale collaborazione su alcune questioni dirimenti».
Berlusconi, però, è anche consapevole che la mano tesa di Marini potrebbe trovare la sua prima ragione nei numeri sempre incerti del Senato. In questo caso, spiega l’azzurro Osvaldo Napoli, «gli elogi del presidente del Senato a Casini non potrebbero non essere interpretati come un messaggio». Insomma, una richiesta implicita all’Udc di assistenza nei momenti del bisogno. E infatti sull’ipotesi che il dialogo si possa aprire a partire dalla Finanziaria, l’ostacolo più difficile che aspetta Romano Prodi di qui a fine anno, il leader di Forza Italia pare essere molto scettico.
Conferma Bondi, arrivato in serata al Meeting: «Per un confronto è necessario che la manovra venga impostata in un certo modo sin dall’inizio del suo iter». Insomma, sulla Finanziaria i margini di dialogo sembrano essere quasi nulli. Sul resto, invece, la disponibilità c’è nonostante «i segnali che arrivano dal governo». Spiega l’azzurro Maurizio Lupi: «Le iniziative legislative di questo esecutivo vanno più nella direzione di uno scontro continuo, come sul decreto Visco, ma l’apertura di Marini è certamente positiva».
Berlusconi, intanto, prepara la sua partecipazione al Meeting. Già ieri sera a Porto Rotondo - oggi al più tardi - dovrebbe aver incontrato Roberto Formigoni per mettere a punto la tavola rotonda di venerdì con il governatore lombardo. Il discorso del Cavaliere sarà un ragionamento di ampio respiro sul concetto di libertà. Difficile, invece, che nell’intervento davanti alla platea di Cl si soffermi su questioni di politica interna (che potrebbe riservare per la conferenza stampa), mentre certamente affronterà le questioni internazionali (dal conflitto in Libano all’integrazione con l’Islam).
Risolto, invece, il problema della sala che ospiterà il dibattito, inizialmente in calendario per le 11.15. Non la sala A3, 2.500 posti, come inizialmente previsto, ma il ben più capiente auditorium. Che a quell’ora era già occupato dal patriarca di Gerusalemme Fouad Twal.

Così, per evitare imbarazzi, l’organizzazione ha spostato il Cavaliere alle 13. Con buona pace dei molti parlamentari azzurri presenti, che dovranno rinunciare al previsto pranzo e accontentarsi di un brindisi ristretto a metà pomeriggio.

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