Secondo il suo claim "tutto ha inizio dal cuore", secondo il mondo intero il diamante (indipendentemente dalla quotazione dell'oro) è sempre l'ultimo approdo di una donna. Quindi Recarlo, che ha fatto del taglio a cuore un tratto distintivo, ha chiuso il cerchio. E ci ha messo l'amore al centro. I suoi gioielli sono quelli dei momenti fondamentali della vita: nozze, nascite, battesimi, anniversari...
Anche il fatto che l'azienda, che si avvicina a festeggiare i sessant'anni di attività, è stata consegnata ai figli, Paolo e Giorgio Re, dalle mani dei genitori che l'hanno fondata è un racconto d'amore. Dal 2024, Giuseppe Pinto (l'uomo che ha gestito la vendita di Pomellato al gruppo Kering) è il direttore generale della maison di gioielli di Valenza, la crescita aziendale si è attestata sulla doppia cifra, il fatturato è di 40 milioni ed è lui a raccontare la direzione del brand.
Cosa fa contente le donne, oggi?
"Le donne vivono il gioiello o come un' espressione d'amore o come autogratificazione e quel gioiello è sempre il diamante".
Nel momento in cui scriviamo l'oro costa 4.224 dollari l'oncia. Questo ha influenzato anche il mondo dei diamanti?
"È inevitabile che il costo dell'oro abbia un impatto anche sul montante complessivo finale. E l'aumento del ticket d'ingresso ha fatto salire il prezzo e rischia di far perdere alcune fasce di clienti".
Però i diamanti si comprano in dollari e il dollaro è calato. Questo avrà compensato un po'...
"Esatto. In ogni caso noi vantiamo una tradizione nelle attività di copertura dai rischi di cambio e dagli sbalzi eccessivi del prezzo delle materie prime. Il ricorso a future e derivati è per noi diventato di uso frequente. E questo ci aiuta a contenere l'aumento dei prezzi entro limiti ragionevoli".
In questi due anni su cosa vi siete concentrati?
"Su tre grandi direttive: la crescita dei mercati internazionali e a fine 2025 la quota export è al 20% cosa che ci permette di combattere la sofferenza staticità del mercato italiano; lo sviluppo del jewelry lo sviluppo del retail perché il controllo diretto del consumatore è fondamentale per essere un'azienda forte".
Quindi trasversalità di prodotto e nuove aperture di monomarca?
"A luglio ci sono state quelle di Milano nel Quadrilatero, dove abbiamo soprattutto clienti americani e di Bari in via Sparano da Bari, prima di San Valentino inaugureremo il negozio di Roma, in via del Babbuino e nel 2027 sono previste aperture in Spagna e Francia".
Siete passati da azienda familiare ad azienda manageriale, cosa comporta?
"Semplicemente ad affiancare a ciò che già c'era una corretta proposta delle competenze che prima mancava. Quando si arriva in un'azienda familiare non ci si può limitare a dire datemi le chiavi, ci penso io. Tutti devono essere coinvolti e consapevoli".
Al suo arrivo ha trovato un'azienda già molto attenta alla sostenibilità.
"Ne sono rimasto positivamente colpito.
La famiglia è sempre stata molto attenta alla filiera e da due anni abbiamo un bilancio e un comitato interno per la sostenibilità, trattiamo solo diamanti naturali e abbiamo ottenuto la certificazione del Responsible Jewelry Council. Insomma, un'azienda di cuore".