Il diamante sparito e il Pandoro superstar

Il diamante sparito e il Pandoro superstar

(...) magari il fiore all'occhiello di Emanuela Arata, Vittorio Bo e tutto il comitato promotore, gongolante per il numero di visitatori che assiepano la sala con la nuova invenzione esposta.
Ma ecco che gli astuti geni del crimine, avendo ben appreso le lezioni della Polizia Scientifica dello stesso Festival, riescono a sgattaiolare nell'Ufficio Stampa dove sono segretamente custoditi i progetti, grazie alle scoperte recenti di Sir Pendry e dell'Università di Genova usano il nuovo mantello dell'invisibilità alla Harry Potter, eludono così ben quattro barriere di attenti animatori del festival e arrivano a impossessarsi dei preziosi manoscritti. Il gioco è fatto.
Un bel lavoro di fantasia? No, il furto c'è davvero stato. I preziosi manoscritti rubati in questi giorni al Festival non riguardano la nuova formula della anti-gravità o del teletrasporto quantico, bensì si tratta di semplici rassegne stampa! Avete capito bene: qualcuno è entrato nell'Ufficio Stampa di Palazzo Ducale e sotto gli occhi di tutti si è fatto fuori le raccolte degli articoli preparate dagli addetti relative ai giorni 30 e 31 ottobre.
Un furto singolare, ma intanto chi l'ha subito è del diavolo. Tanto più che i ladri hanno voluto appropriarsi anche di un paio di ingrandimenti fotografici di alcuni momenti significativi del Festival. Il giallo è aperto.
Di bottino consistente, invece, si sarebbe potuto trattare ai Magazzini dell'Abbandanza: alla Mostra «Cloro Puro» era esposto un prezioso diamante nero. Ovviamente era tenuto sotto teca, adeguatamente protetto da vari lucchetti. Una delle ultime mattine gli animatori aprono la mostra e scoprono che il diamante nero è sparito!
Parte un giro disperato di telefonate ma la soluzione è tanto inattesa quanto semplice: il gioielliere era venuto la sera prima, a mostra chiusa, a riprendersi il suo diamante. Forse non gli sarà sembrata sufficientemente vicina la Polizia Scientifica ai Magazzini del Cotone, o chissà. L'indagine è già archiviata.
Così come è archiviata questa quinta edizione del Festival. Due settimane intensissime: siete riusciti a vedere tutte le mostre? Noi ci abbiamo disperatamente provato. Il sottoscritto ha girato parecchio e si è avvalso dell'aiuto di occhi fidati per raggiungere le mostre che non aveva visitato.
E così ecco la consueta classifica finale degli exhibit meglio riusciti (ci limitiamo a quelli genovesi, anche se pure il Festival in Liguria ha offerto delle mostre accattivanti, come quella della IPLOM a Busalla).
Quinto posto per «Gli ingranaggi del tempo», mostra all'Oratorio di San Giovanni di Pré, per l'originalità dei meccanismi degli orologi esposti, peccato solo sia stata poco pubblicizzata.
Quarto posto: «Metamorfosi del senso» a casa Paganini. La mostra, tra Musica e Tecnologia, è notevolmente migliorata rispetto l'anno scorso ma ha contato solo 800 visitatori per la posizione defilata, un vero peccato. A dividersi il terzo posto a pari merito «Vulcani, esplosioni ed effusioni» a Palazzo Ducale e i laboratori e le conferenze della Polizia Scientifica (ben studiati, solo un po' lunghi da visitare).
Secondo posto: lo Spazio Telecom coi suoi «Effetti speciali cinematografici» non poteva non rivelarsi una mostra speciale.


E infine la medaglia d'oro alla «Fisica del Pandoro», curata in ogni dettaglio, ottima in tutti gli aspetti, non solo quelli gastronomici. Insomma, l'obiettivo di rendere la Scienza alla portata di tutti è stato pienamente realizzato.
Missione impossibile compiuta.

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