il dibattito dei lettori sul gay pride

2 SACRE SCRITTURE
Forse don Gallo

non conosce S. Paolo

Caro Lussana, a proposito del corteo lesbico-gay che ha attraversato le vie di Genova mi chiedo quanti sono i cattolici genovesi (in testa Andrea Gallo) che conoscono questi pensieri di S. Paolo: «... Mentre si dichiaravano sapienti (gli uomini), sono diventati stolti e hanno cambiato la gloria dell’incorruttibile Dio con l’immagine e la figura dell’uomo corruttibile... Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s’addiceva al loro traviamento». S. Paolo, Lettera ai Romani, capitolo I, versetti 22-32.
Giovanni Grasso
2 VISTE LE FOTO
Mi è sembrato

solo un carnevale

Caro Lussana, non avrei voluto infierire, ma due foto relative al «Gay Pride» genovese pubblicate sui quotidiani me lo impongono. Una, quello striscione «per costruire il futuro». Quale futuro può avere quello di coppie «sterili»? Due, Don Andrea Gallo al centro di un rituale carnascialesco fuori stagione. Che invece di raccogliersi in silenziosa preghiera in un monastero se ne sta lì, in mezzo al bailamme, mentre qualcuno lo cinge al collo e lo bacia. Sì, lo ammetto, un sacerdote, lì in mezzo a quella pantomima proprio non mi va giù. Questa è la mia opinione, poi ce ne sono altre. C'è, ad esempio, chi, eterosessuale, dichiara di essere spirito libero e orgoglioso di essere genovese per via di questa singolare e variopinta «adunata», io sono altrettanto libero e orgoglioso di essere «quasi-genovese» per altre e ben più concrete realtà, storiche ed attuali. Per esempio, perché Genova ha dato i natali a Cristoforo Colombo e a Eugenio Montale. E ancora, per Finmeccanica, che realizza progetti notevoli. Altro che l’«orgoglio omosessuale».
Luigi Fassone
2 CITTÀ DEI DIRITTI
Non vanno mai

coinvolti i bambini

La nostra buona e democratica sindaca ci ha regalato il «gay pride». Come siamo contenti! Terremo ben a mente le parole di Vladimir Lussuria che Genova è la «città dei diritti». A quando una bella targa marmorea per commemorare un altro sfascio? Gli omosessuali secondo me non devono coinvolgere bambini o ragazzi nei loro affari di sesso. Come può crescere normale un bambino in mezzo ad una coppia così, lo sa Iddio. Non spaccino poi la loro condizione per una cosa augurabile od indispensabile se vuoi aver successo. I «testimonial» di ciò sono fin troppi.
Certe volte la democrazia ha strani e pericolosi compagni di letto.

Membro del direttivo

provinciale Lega Nord Genova
2 BRUTTO SPETTACOLO
Dico no alle foto

di Bagnasco e del Papa

Caro direttore, per fortuna che c'è ancora qualcuno che ha il coraggio di fare cronaca sul gay pride e non applausi da circo! Purtroppo li ho visti anche io gli striscioni e pure i cori contro il cardinal Bagnasco e contro Sua Santità Benedetto XVI. E questo è rispetto, è tolleranza? Consigliamo a don Gallo e a don Farinella anziché fare grandi proclami di rimboccarsi le maniche e aiutare le persone che ne hanno bisogno. Oppure di aprire le loro chiese a dibattiti seri, con interlocutori e relatori seri e non a grida e urla da strilloni.
Grazie di cuore per il vostro lavoro... mi raccomando però, a fianco di cronaca, politica, sport (quello non manca mai insieme alla pubblicità) gossip e cultura non dimenticate la scienza.
Paola Fanzio con amici
colleghi e familiari
2 GENOVA IN CRISI
Queste manifestazioni

creano divisioni

Caro Direttore, la nostra grande e bella città è da molto tempo in crisi di identità, malgrado le tante eccellenze in tutti i campi che vi hanno sede, e questo è, a mio avviso una delle cause del suo declino.
L’idea di chi ci amministra, di accreditare Genova come la «città dei diritti», può anche suscitare simpatia, ma realizzata in questi modi, come abbiamo visto durante il gay pride, non contribuisce a creare identità ma divisioni.
E, a proposito di diritti, questo dilagare di microdelinquenza che tutti i giorni fa delle vittime soprattutto presso i nostri anziani, le cui sofferenze sono ormai solo fatti di cronaca; e i disagi quotidiani del comune cittadino davanti alla burocrazia e all’incuria; fanno pensare che i diritti siano conclamati con forza solo per alcune categorie di persone, mentre per la gran parte delle persone normali, a cui con molta determinazione si chiedono i doveri, i diritti siano affidati soltanto alla buona volontà di chi, per istituto, dovrebbe tutelarli. Continuando così, guidati da dei proclami ma soli sulla sofferta vita quotidiana, difficilmente sapremo costruire una città unita capace di guardare al futuro.
Dottor Piero Romanengo
2 PRENDERE LE DISTANZE
Gravi le offese

al nostro Pontefice

Persone autorevoli si sono rivolte direttamente al Cardinale Angelo Bagnasco esprimendo un giudizio negativo per l'adesione attiva di Don Gallo al Gay Pride. Io, quale umilissimo fedele, non posso permettermi tanto, tuttavia sento il dovere di dire che ritengo assolutamente incompatibile la partecipazione di un prete della nostra Chiesa Cattolica ad una manifestazione nel corso della quale viene pesantemente schernito ed oltraggiato il nostro Papa.
Bruno Cassissa
2 PUNTO E A CAPO
Adesso dobbiamo

mollare le zavorre

Spettabile redazione genovese de il Giornale, vista la sfilata degli omosessuali sabato scorso e chi altri oltre a loro vi ha partecipato e preso atto delle dichiarazioni che sono state rilasciate, credo che più in basso di così Genova non possa scendere; per cui d'ora in poi potrà solo risalire, meglio se la zavorra che l'appesantisce mollerà la presa e scenderà.
Luigi Parodi
2 PUNTI DI VISTA
Dal sindaco non mi sento rappresentato

Archiviato l'orgoglio gay a Genova con tanto di saluto del Sindaco della città. Dico subito che la scià Marta non mi rappresenta affatto. Si sta spargendo la voce che i gay italiani siano dai quattro ai cinque milioni. Balle. Comunque pochi o tanti, la Sinistra ci ha subito messo il cappello sopra, per i voti, s'intende, e probabilmente tappandosi il naso con le due mani. Son questi i valori della Sinistra? Poi studia il perché dell'emorragia di voti che la perseguita da decenni ormai?
R. Alibeni
2 CHI PAGA
Alla fine pescheranno

nelle nostre tasche

Caro Direttore, mi consenta alcune riflessioni sul gay pride: A) il comportamento del Sindaco merita un plauso perché, eliminando ogni dubbio sui Suoi intendimenti e sul Suo modo di amministrare la città, indurrà a un sano ripensamento i Suoi elettori. B) Che dire dell’atteggiamento omissivo del cardinale nei confronti di un prete che di sacerdotale conserva solo l’abito, quando decide di indossarlo? C) Le spese della sullodata manifestazione rimarranno a carico, come al solito, dei cittadini contribuenti, massime sui pensionati, sistematicamente spogliati dall’addizionale comunale irpef, in continuo aumento.
Carlo Barbieri
2GAY DI DESTRA
Bella la manifestazione

non la discriminazione
Ho visto la sfilata a Genova, la mia città. È stato un grande evento, emozionante e coinvolgente, un'importante presa di coscienza per tutti gli esseri pensanti, e ce n'erano molti. Peccato per il, purtroppo inevitabile a Genova, finale politicizzato a piazza De Ferrari, dove si è persa l'irrinunciabile chance di dare completezza alla lotta alla discriminazione, qualunque essa sia, cogliendo piuttosto la non indispensabile occasione di contestare il Governo ed il Centrodestra. I fischi all'esponente dei gay non allineati a sinistra sono stati indegni in assoluto, ma soprattutto in una manifestazione nata all'insegna della tolleranza e del rispetto dei diritti di tutti. Desidero perciò esprimervi tutta la mia solidarietà.
Essere discriminati da coloro che dicono di lottare contro la discriminazione, se non fosse grave, sarebbe comico.
La claque di Rifondazione Comunista era stata convocata al gran completo in piazza De Ferrari dai loro esponenti di vertice proprio col compito di fischiarvi.

Luxuria e Lella Costa, primi inter pares della manifestazione, avrebbero dovuto esprimervi la loro solidarietà, ma forse per viltà o forse per condivisione politica - cos'è peggio? - si sono guardati dal farlo. E di ciò si vergognino.
Mario A. Sirito

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