il dibattito sulle amministrative genovesi

2 LA COVENTION PDL

Con Alfano e Vinai

meritiamo di vincere
Caro Lussana,
che bella festa sabato scorso a Palazzo Ducale! Tantissima gente, sventolare di bandiere, canti e speranza. Bravissimo e chiarissimo il discorso di Pierluigi Vinai. Una gioia la presenza di Angelino Alfano e le cose che ha detto: un politico è un uomo e se è uomo onesto sarà politico onesto e viceversa. Verissimo!
Alfano è un grande e la scelta di Silvio Berlusconi di passargli il testimone è stata perfetta. Una bellissima ed emozionante giornata che spero sia coronata dal successo.
Cari saluti.
Mercedes Galeotti Calissano
2 LA LETTERA AL GIORNALE

Doria non riesce a restare

al passo con i tempi
«La redazione del Giornale che lei dirige vede in me un avversario per storia personale, concezioni, valori e intenzioni, sostiene del tutto conseguentemente i candidati che sono più affini alla sua ideologia e a quella del personaggio di cui è proprietà». Questa frase, caro direttore, la dice lunga sul candidato Sel che vorrebbe diventare sindaco di tutti i genovesi. Un comunista tutto d'un pezzo; una persona che, con stile peraltro pesantuccio, espone concetti prevedibili e precostituiti sui quali spicca quello dell'ideologia che affibbia paradossalmente ai liberaldemocratici, quando tutti sanno che proprio il comunismo si è nutrito di pane e ideologia, finché non è stato sconfitto dalla storia.
Ma il prof. Doria preferisce ignorarlo. Per non parlare del solito concetto trito e ritrito dei giornalisti del Giornale, ovviamente servi del famigerato Berlusconi, che però non si nomina (proprio come faceva Veltroni quando lo definiva «leader dello schieramento a noi avverso»). La sinistra ortodossa non schioda dai suoi convincimenti (vedi l'idea dell'accoglienza indiscriminata) neppure davanti allo spettacolo piuttosto agonico, che certi quartieri ci offrono ogni giorno, proprio grazie a decenni di «illuminate» amministrazioni progressiste. La risposta che ha dato, direttore, ha già smontato le tesi di fondo del Prof. Doria.
Ma se diventasse sindaco, e non me lo auguro, si troverebbe in un mondo in rapidissima trasformazione per i noti effetti della globalizzazione e dell'innovazione tecnologica. Persino Genova, terra di zombie per eccellenza, dovrà fare presto i conti con una realtà che avanza impetuosa. Il candidato Sel comprenderà che da un anno all'altro è come se trascorresse un secolo e che i nodi vengono al pettine con una velocità pazzesca? Saprà capire che sarebbe oltremodo pericoloso affrontare problemi sempre più gravi con ricette vecchie e ideologicamente perdenti, senza generare una miscela esplosiva?
A volte ho l'impressione che le nostre vecchie sinistre continuino a gettare benzina sul fuoco con la speranza che il fuoco (nella fattispecie il degrado) faccia finta di non accorgersene. Mi sono domandato spesso il perché ma una risposta precisa non l'ho ancora trovata.
Edoardo Musicò
2 IL CASO DON FARINELLA

Perché il Cardinale Bagnasco

tollera i suoi comportamenti?
Ho letto dell'ultima uscita del signor Farinella. Lo chiamo così perché non si può chiamare «Don» un elemento del genere, che alla fine della Messa dice «la Messa è finita, andate in pace e votate la lista Doria».
Mi verrebbe da dire che io e lui non possiamo fare parte della stessa Chiesa, intesa come unione di tutti i cattolici; quindi, o fuori lui o fuori io. Ma da vero cattolico non lo dico.
Ma il Cardinale Bagnasco come fa a tollerare simili uscite durante la celebrazione della Santa Messa?
Può qualcuno spiegarmelo?
Grazie e cordiali saluti

2 L’ANTIPOLITICA

La rabbia della gente

e l’appello al centrodestra
Caro Direttore, proprio ieri, al mercato di Piazza Palermo, ho sentito tangibile la rabbia dei Cittadini che ogni giorno di fa più densa e violenta. Ho subito pensato quanto fosse importante un appello a tutto il centro destra.
Tu lo hai tradotto immediatamente in realtà con parole sacrosante e stamani lo abbiamo trovato.
Grazie Direttore, ricordacelo ancora.
Rosanna De Luca
2 6 E 7 MAGGIO TUTTI A VOTARE

Il messaggio per i moderati?

«Chi si astiene è un coniglio»
Caro Massimiliano, il tuo articolo sul «rischio astensionismo» dà (ancora una volta) la «linea» ad una campagna elettorale che purtroppo il centrodestra genovese sembra subire. E questo malgrado Pierluigi Vinai sia un ottimo candidato sindaco (preparato, ben radicato sul territorio e sui valori) e gravissime siano responsabilità della sinistra nella crisi della città.
Il centro della questione rimane, con tutta evidenza, quello della «mobilitazione» del popolo del centrodestra, oggi stanco, demotivato, poco convinto di incarnare una reale alternativa per il futuro di Genova.
Per essere concreti ed in linea con quello che hai scritto, credo che, a questo punto, sia urgente lanciare, attraverso «il Giornale» una vera e propria campagna di mobilitazione contro l’astensionismo. Le ragioni per convincere ci sono tutte. Ma qui, più che sui ragionamenti, è urgente lavorare sulle emozioni, sull’assunzione di responsabilità, sulla reale posta in gioco.
Mi permetto di proporre un titolo forte «Chi si astiene è un coniglio (e aiuta la sinistra)» (ovviamente sostituibile), da fare circolare in rete, attraverso volantini, sms.
Diamoci una mossa. La partita è tutta da giocare.
Un caro saluto.
Mario Bozzi Sentieri
2 DORIA FOTOCOPIA DELLA VINCENZI

Non perdiamo la speranza

La sinistra si può battere
Caro genovese, cinque anni, lunghissimi, passati a criticare, esecrare, processare Marta Vincenzi e la sua squadra di governo; li hai passati, c’eri anche tu, non dire di no. Non ci hanno insegnato niente, davvero?
Davvero ci basta questo finto cambiamento? Questo recital iniziato con le primarie, dove tutto era già sceneggiato per far fuori il cavallo, anzi la cavalla zoppa e lanciare al grande pubblico quello sconosciuto e per questo affascinante? Affascinante come la storia che ci stanno di nuovo propinando, quella del rinnovamento, la nuova vita del centro sinistra genovese: cinque anni fa il messia era una donna, la prima donna sindaco, la nuova stagione, ti ricordi?
Quest’anno però l’anti politica è il sentimento predominante, c’è la crisi dei partiti ed ecco spuntare il professore universitario che parla solo di ideologie, per cullare e catturare il nostro cuore, benché privo della minima soluzione razionale e concreta ai problemi della città.
Dietro di lui, come dietro Marta, sempre gli stessi politici, figurine di un album Panini, pronti in molti casi a riprendersi le loro poltrone e garantirsi altri cinque anni di amministrazione nella nostra città. Uomini come il capogruppo Pd Danovaro, appena uscito protagonista dallo scandalo delle presenze lampo in commissione per prendere il gettone e nonostante ciò riconfermato in lista a sostegno di Marco Doria.
Ed allora, caro concittadino ti chiedo, mi chiedo: davvero vogliamo cascarci così ancora? I sondaggi fasulli (fasulli perché nessuno ha detto che la metà delle risposte erano ancora di indecisione) stanno cercando di attribuire già la vittoria all'erede della Vincenzi e di evitare in tutti i modi il ballottaggio, cercando di demoralizzare l’elettore moderato e sperando che non vada quindi a votare. Presunti preti dall'altare fanno messe comizio affinché niente cambi. Parlano già di fumata bianca, habemus doriam.


E alloro caro concittadino io parlo a te che vuoi vedere un vero cambiamento di rotta per Genova, non perdere la speranza, è quello che vogliono, vai a votare. Solo tutti insieme possiamo farcela. Perché mai come oggi Genova è davanti ad un bivio da cui dipartono due strade che portano a destini molto diversi. Anche da noi dipende quale imboccheremo.
Enrico Moizo

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