Dici Juve e il tecnico va in crisi

Torino Dodici mesi fa, più o meno in questi giorni, la Juventus licenziava Claudio Ranieri e chiedeva a Ciro Ferrara di pilotarla verso la qualificazione in Champions League. Missione compiuta: due vittorie contro Siena e Lazio, secondo posto in campionato e conferma per il successivo biennio. Blanc & C. speravano di avere trovato il nuovo Guardiola, o quanto meno l'uomo capace di mantenere la Juve ai piani alti del nostro campionato per ritentare poi l'assalto alla coppa dalla grandi orecchie: come sia andata lo sanno tutti, Ferrara e il suo successore Zaccheroni in primis.
Il buffo, in attesa di poter davvero voltare pagina mandando in soffitta una stagione disgraziata che più disgraziata non si può, è che altri nove tecnici, accostati alla Signora in tempi più o meno recenti, non ne hanno azzeccata una o quasi. Nove professionisti che avrebbero potuto o potrebbero guidare in futuro la Juve ma che, dopo avere visto il proprio nome accostato alla società di corso Galileo Ferraris, sono andati incontro a ricche delusioni. Quasi che, a questo punto, la Juve non porti bene(si fa per dire). E allora: Giampaolo, Spalletti, Conte, Prandelli, Gasperini, Blanc (Laurent), Hiddink, Allegri e lo stesso Benitez. Giampaolo, per cominciare: artefice del miracolo Siena, si era visto preferire Ferrara alla fine della passata stagione ed era così rimasto in Toscana salvo poi essere esonerato a fine ottobre. Spalletti - a lungo chiacchierato come nuovo nocchiero bianconero - ha fatto peggio, rescindendo consensualmente il contratto che lo legava alla Roma dopo due sole giornate di campionato per poi accasarsi in Russia. E il Conte della promozione barese? Tredici punti in altrettante partite alla guida dell'Atalanta, poi le dimissioni. Avanti, c'è posto: la Fiorentina di Prandelli è precipitata a metà classifica e l'anno prossimo vedrà l'Europa solo in tv, idem il Genoa di Gasperini. E poi c'è Allegri, premiato con la Panchina d'Oro a febbraio per il suo splendido 2008-09 con il Cagliari e licenziato da Cellino poche settimane fa, si dice perché il presidente non avesse gradito il suo flirt (reale) con la Signora. Allenatori italiani, ma non solo: il Bordeaux di Laurent Blanc, per esempio, lo scorso anno vinse Ligue 1, Coppa di Lega e Supercoppa francese salvo poi non azzeccarne una nella stagione in cui il titolo andrà quasi certamente al Marsiglia di Deschamps (toh, un ex juventino). Quindi Hiddink, fantasma rimasto per settimane sulle spalle di Ferrara che non è riuscito a qualificare la Russia ai prossimi Mondiali.
Infine, Rafa Benitez.

L'uomo che, quasi certamente, guiderà la Juve nel prossimo triennio ha avuto quest'anno un cammino analogo a quello della Signora: in Premier il suo Liverpool, con una giornata sola da giocare e debiti per decine di milioni di euro, è al momento settimo proprio come la Juve, i nervi sono scoperti ormai da settimane e davvero non si vede come il matrimonio possa continuare pur essendoci un contratto che lega le parti fino al 2014. Domenica i Reds affronteranno l'Hull City e poi ci sarà il rompete le righe per tutti: prima di allora Rafa avrà parlato con il presidente Broughton e, salvo colpi di scena, i due si saranno detti addio.

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