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In dieci mesi recuperati oltre 7 miliardi dagli evasori

Oltre sette miliardi riscossi in dieci mesi, di cui più del 20% recuperati dai grandi debitori: il bilancio della lotta all’evasione fiscale è lusinghiero. Eppure, Equitalia - la società voluta nel 2006, grazie a una riforma bipartisan, per riportare la riscossione in mano pubblica, sottraendola alle banche - è nel mirino: un’inchiesta dell’Espresso - per la quale Equitalia ha allo studio le vie legali -l’accusa di tartassare i contribuenti più piccoli, risparmiando i grandi evasori, pronti a sistemare tutto con un concordato. Insomma, un Robin Hood al contrario. Ma Equitalia non ci sta: e con buone ragioni. A cominciare dalla legge, come ci spiega il vicedirettore generale, Renato Vicario. «Una volta ricevuta dagli enti - dice - la lista dei debitori e i relativi importi, il cosiddetto ruolo, Equitalia non può esimersi dal recuperare quanto dovuto e lo fa attraverso le procedure stabilite dalla legge. In estrema sintesi il processo è il seguente: Equitalia riceve i ruoli dall’ente, invia la cartella di pagamento e il cittadino ha 60 giorni per mettersi in regola. Se non paga entro tale termine vengono inviati avvisi e solleciti di pagamento perché è nell’interesse di Equitalia, oltre che della collettività, riscuotere i tributi non pagati nel modo più veloce e “indolore” possibile. Solo con il persistere dell’inadempienza del debitore allora scattano le procedure cautelari ed esecutive».
Per esempio, il ricorso alle iscrizioni ipotecarie, che però è in calo rispetto al passato: tanto che nel primo semestre di quest’anno da 91mila sono scese a 80mila. Certo, la crisi degli ultimi anni ha lasciato il segno: dalle famiglie alle aziende, le difficoltà di pagamento sono frequenti. «Ce ne siamo fatti carico - spiega ancora Vicario - accogliendo in poco più di due anni circa un milione di richieste di pagamento a rate per un importo di oltre 13 miliardi di euro. In questo modo i contribuenti che vogliono mettersi in regola possono farlo spalmando i debiti anche fino a sei anni con una rata minima che può arrivare anche a 100 euro mensili senza obblighi di garanzie e fideiussioni».
Ma c’è anche chi ha pagato e non riesce a dimostrarlo, ed è costretto a perdere tempo prezioso tra un ufficio pubblico e un altro, magari per una multa da pochi euro. Un problema che esiste, ammette Equitalia: «Ma stiamo cercando soluzioni, e alcune ci sono già.

In maggio, ad esempio- spiega ancora Vicario - abbiamo adottato la direttiva “anti-burocrazia”, per consentire ai cittadini di interrompere le procedure di riscossione presentando presso i nostri sportelli una semplice autodichiarazione supportata dalla documentazione che attesti, per esempio, il pagamento già avvenuto o una sentenza favorevole del giudice di pace, per evitare ai cittadini quel fastidioso rimpallo tra gli uffici pubblici per vedere riconosciute le proprie ragioni».

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