Lo sblocco dei finanziamenti per le opere infrastrutturali è la pietra d’angolo dell’azione anticrisi del governo Berlusconi. Come ha dichiarato al Giornale il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, i 16,6 miliardi che arriveranno dal prossimo Cipe avranno un effetto positivo dello 0,7% sul prodotto interno lordo italiano.
In effetti, basti pensare ai 700 milioni da destinare all’avvio degli espropri per il Ponte sullo Stretto, un’opera da 4,6 miliardi che dovrebbe impiegare oltre 3mila persone tra operai e maestranze escludendo l’indotto. Analoghe considerazioni possono essere effettuate per la Torino-Lione e per la galleria del Brennero co-finanziate ieri dall’Unione Europea.
Lo stesso discorso vale anche per opere come il Mose di Venezia e la Brebemi che nel prossimo Comitato interministeriale di programmazione economica dovranno vedersi assegnate risorse importanti. Insomma, circa 10mila posti di lavoro rappresentano, allo stato attuale, un obiettivo importante per la tenuta dell’economia.
L’allegato infrastrutture del Dpef prevede nel triennio 2009-2011 interventi sulla legge obiettivo per 44 miliardi di euro dei quali 16 saranno garantiti dal prossimo Cipe e 15 dalla Bei. Ma non vanno trascurati altri importanti provvedimenti del dl anticrisi: la competenza locale sui micro-progetti e la riorganizzazione dei fondi Fas anche per musei, aree archeologiche e carceri.
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