nostro inviato a Verona
Silurato per aver difeso lortodossia. È un destino beffardo quello che attende don Bruno Fasani, prete, giornalista, volto noto della tv (appare spesso a Porta a porta e Unomattina in clergyman e Lacoste) e portavoce del vescovo di Verona. Aveva applaudito la sospensione di un insegnante del seminario, un frate cappuccino che aveva votato tre sì al referendum sulla fecondazione. Invece monsignor Flavio Roberto Carraro, il vescovo, lha chiamato non per ringraziarlo ma per annunciargli che da gennaio non sarà più direttore di Verona Fedele, il settimanale diocesano al cui timone don Fasani siede dal 1993.
Per una volta, lui che di solito dice tutto quello che pensa, don Fasani non parla. Sussurra invece, e mormora la Curia scaligera, impegnatissima nei preparativi del convegno della Chiesa italiana (che segue quelli di Loreto del 1985 e Palermo del 95) in calendario fra meno di un anno proprio a Verona. Un guaio simile non poteva capitare in un momento peggiore. Il caso si è aperto ai primi di giugno, alla vigilia del referendum. Padre Rodolfo Zecchini, docente di etica allo studio teologico San Zeno, dichiara in unintervista non soltanto che andrà a votare ma che sulle schede segnerà tre sì: tutto lopposto di quello che la Cei predica da mesi. «Non è scontato, da cattolici, dire che lembrione è persona. Lastensione è una posizione non giusta e la Chiesa sbaglia a proporla», sentenzia padre Zecchini.
Scoppia uno scandalo che dalla cattolicissima Verona giunge fino a Roma. Il vescovo, anchegli frate cappuccino, imbarazzatissimo solleva il docente dallincarico, mentre anche la Segreteria di stato vaticana e la Congregazione per la dottrina della fede si occupano della vicenda. Il problema non è tanto luscita di padre Zecchini in vista del voto: il frate infatti ammanniva da anni le sue tesi poco ortodosse ai futuri preti veronesi senza che nessuno intervenisse. Negli ovattati corridoi allombra del duomo qualcuno bisbiglia addirittura che colleghi e superiori del frate abbiano fatto di tutto perché nulla trapelasse allesterno.
Don Fasani si era fatto interprete di questo malcontento: «Un docente del seminario deve insegnare ciò che insegna la Chiesa, e non le sue interpretazioni personali - aveva dichiarato -. Considero provvidenziali tali dichiarazioni: daranno alla Chiesa veronese lopportunità di fare chiarezza su alcune posizioni passate dello Studio teologico». Ma i professori del seminario glielhanno giurata. Il direttore dello Studio teologico, don Augusto Barbi, è andato a protestare dal vescovo: o io o lui. E don Fasani è saltato. Monsignor Carraro lha convocato annunciandogli lavvicendamento alla guida di Verona Fedele senza però prospettargli altri incarichi: unusanza che negli ultimi tempi si è fatta frequente nella diocesi veronese. La «strage degli innocenti», maligna qualcuno.
Ma sostituire il cronista in tonaca non è così semplice, anche perché nessun altro prete veronese è iscritto allOrdine dei giornalisti.
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