Caccia e bombardieri: cosa rivela la lista da 188 miliardi dell'Aeronautica Usa

Piani per rispettare il bilancio e affrontare le sfide del futuro, la coperta è corta anche al Pentagono che istruisce l'Air Force e pensiona le vecchie cellule di caccia e non solo. Si guarda allo sviluppo di missili e caccia di nuova generazione

Caccia e bombardieri: cosa rivela la lista da 188 miliardi dell'Aeronautica Usa
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L’Aeronautica americana è di fronte a un bivio e si propone di acquistare "meno caccia con equipaggio" rispetto a quanti ne aveva previsti negli ultimi piani di budget a fronte dell'investimento e dell'acquisizione di nuove tecnologie a pilotaggio remoto. Questo investimento, con l'attenzione rivolta ai nuovi programmi e in parte allo spazio - quarto dominio che acquisisce nella guerra moderna sempre maggiore importanza - si prefigge di ritirare almeno 250 aerei per incentivare "ricerca e sviluppo".

L'Usaf conta di spendere 188 miliardi di dollari nell’anno fiscale 2025, riporta il sito di analisi statunitense DefensOne, segnalando "tre miliardi di dollari in più" rispetto alla richiesta di budget dello scorso anno. Questa richiesta di ulteriori fondi trova il Pentagono in una situazione delicata però: dal momento che non ha ancora emanato il un budget dell’anno fiscale 2024, e come sappiamo ha in ballo anche spese da "discutere" per il sostegno di nuovi e vecchi alleati oltre mare. Questa condizione avrebbe costretto l’Us Air Force a fare un “compromesso” tra flotta in essere e budget per ricerca e sviluppo, riporta una fonte del sito americano.

La "priorità" resta comunque quella di raggiungere una nuova generazione da combattimento aerea con capacità all'avanguardia per contrastare le minacce del futuro, e farlo "il più rapidamente possibile". Lo sguardo, come al solito, è rivolto alla corsa allo sviluppo tecnologico nel settore militare che sta animando Pechino e ogni branca del suo Esercito Popolare di Liberazione. In questo viene inclusa anche la nuova e fondamentale, quanto spesso dimenticata, Space Force: che ha presentato il suo progetto relativo al "lancio di satelliti strategici e a lungo raggio" per "soddisfare i requisiti" della missione prefissa, ma assisterebbe comunque a una riduzione di fondi.

Nuove tecnologie e pensionamenti anticipati

Per finanziare le nuove tecnologie all'avanguardia e rientrare nei limiti di bilancio imposti dal Congresso, l’Us Air Force dovrà ridurre i piani per l'acquisto di nuovi aerei e accelerare il processo di pensionamento di parti di flotte che necessitano spese di mantenimento o aggiornamento.

Verranno acquisiti 90 aerei nel 2025, 42 di questi saranno caccia multiruolo di quinta generazione F-35A prodotti dalla Lockheed Martin. Sei unità in meno di quanto previsto. Ma sembra non vi sarà alcun cambiamento nel "lungo periodo" che prevede l'acquisizione e lo schieramento di 1.763 caccia del modello F-35: solo un rivio dunque. Diversa invece la condizione d'acquisto degli F-15EX sviluppati da McDonnell Douglas, ora di Boeing. Dei 24 richiesti inizialmente ne verranno acquisiti solo 18, portando la flotta a 98 velivoli. Archiviando, o almeno parrebbe, l'epopea della "Strike Eagle" nella forza aerea statunitense. Nei piani di acquisizione rientrano anche 15 aerocisterne KC-46A prodotte sempre da Boeing, e 8 elicotteri MH-139 nella cui produzione è coinvolta anche Leonardo: essendo l'elicottero basato sul velivolo ad ala rotante multi-missione AW139 sviluppato dall'industria italiana.

Per liberare fondi da erogare al settore "ricerca e sviluppo" i vertici dell'Us Air Force intendono ritirare 250 aerei nell'anno fiscale 2025. Fanno parte di questi dimissionari ben 56 aerei da attacco al suolo A-10 Warthog, 91 aerei da combattimento delle versioni meno recenti del succitato F-15, 22 addestratori, 16 aerocisterne KC-135, 12 elicotteri HH-60. Per un "risparmio" di 2 miliardi di dollari. Una cifra esigua in paragone alla richiesta. Tra le opzioni, anche l'intenzione di portare a termine il ritiro di 32 caccia da superiorità aerea F-22 Raptor nella configurazione meno aggiornata e troppo onerosa da implementare per la completa efficacia adeguata ai livelli di combattimento attuali.

In questi termini il Pentagono è sempre contrario a "ritirare" velivoli in linea senza sostituirli con asset pronti da schierare. Questo valeva anche per gli A-10 che non hanno ancora trovato un velivolo a cui consegnare il testimone.

I vertici dell'Usaf sono dunque "pronti a mandare in pensione vecchi asset" per convogliare tutto il denaro possibile verso la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie che guardano al dominio dell'aria e dello spazio, e ai nuovi programmi nascenti come bombardiere stealth B-21, il missile balistico intercontinentale Sentinel, e quello che sarà il prossimo "aereo da caccia del futuro". Noto con l'acronimo di Ngad, accompagnato, come si è sempre detto, da una nuova generazione di droni da combattimento intelligenti definiti "gregari".

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