Difeso dalle famiglie «Sempre corretto»

Parroco della chiesa della Natività di Maria Santissima di Selva Candida, dopo anni di attività alla Giustiniana, il 56enne don Ruggero Conti, a Roma, si era costruito una solida fama di uomo di chiesa e di benefattore, tanto da essere scelto come «garante» per la campagna elettorale di Gianni Alemanno. La sua parrocchia era un punto di riferimento per centinaia di famiglie. Campi estivi frequentatissimi, atteggiamenti da amico sia con i genitori che con i ragazzi. Questi ultimi spesso ospiti a casa sua, per serate trascorse a giocare alla Playstation e finite spesso dormendo lì, con la benedizione dei genitori che si fidavano ciecamente di quel prete gentile e poco conformista, che non si faceva problemi a lasciare le chiavi dell’appartamento ai ragazzi. Alcuni suoi atteggiamenti affettuosi, come l’abitudine al bacio della buonanotte (sulla guancia), sono diventati sui media potenziali indizi di colpevolezza dopo l’avvio dell’inchiesta per pedofilia e il suo arresto. Ma centinaia di ragazzi che l’hanno frequentato hanno voluto esprimere solidarietà con il religioso, dicendosi certi che in quelle serate nei campeggi o a casa di don Ruggero non accadeva niente di torbido, e invadendo di commenti i blog che si sono occupati della vicenda. La sua storia giudiziaria ha così finito per dividere i residenti di Selva Candida, tra chi ha sospeso il giudizio in attesa del processo e i tantissimi che invece lo difendono a spada tratta, ipotizzando che il suo iperattivismo nel togliere i ragazzi dalla strada avrebbe dato fastidio a qualcuno, a tal punto da far finire don Ruggero al centro di un complotto per incastrarlo.

E così, mentre sette giovani hanno messo a verbale i racconti di violenze, che spesso sarebbero accadute molti (secondo alcuni troppi) anni fa, nel blocco degli innocentisti spiccano anche molti genitori che, per anni e anni, hanno affidato ogni estate i propri bambini a don Conti, e che ancora ora non vogliono credere che quel prete possa essere un orco.

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