da Roma
Un deputato in digiuno per protesta e una parlamentare autosospesa. Sono i primi due pacifisti doc della sinistra che scelgono un gesto eclatante per contestare la decisione di Romano Prodi di dire sì agli Usa sullallargamento della base militare di Vicenza. Il parlamentare di Rifondazione e segretario veneto del partito, Gino Sperandio, e la collega diessina, della sinistra della Quercia, Lalla Trupia.
Sperandio ha annunciato linizio dello sciopero della fame: «per ottenere da parte del governo un percorso di consultazione democratica». Trupia si è sfilata dai ds durante la direzione nazionale della Quercia. Ha informato poco prima il segretario Fassino, per correttezza. Ma la decisione era già presa: «Si è detto molto dispiaciuto». La scelta dellautosospensione, spiega la parlamentare, è stato «un atto molto sofferto, ma inevitabile perché il governo non ci ha detto la verità».
Trupia continuerà «a lavorare con i cittadini». Ma avverte lUnione: «Credo che il centrosinistra debba cominciare a riabilitare quelle terre e non lasciare il Veneto in mano alle destre incapaci».
Lonorevole Trupia aveva manifestato a dicembre in un corteo contro i progetti di allargamento della base Dal Molin accanto a molti colleghi, tra i quali la deputata della Margherita Laura Fincato. «A questo punto il governo, il nostro governo, non può che dire no, dichiarando chiusa lipotesi del raddoppio della base Usa», dichiaravano le deputate. Secondo Fincato, dopo quella manifestazione del 3 dicembre «dal governo non può certo arrivare un sì» al progetto. E invece quel sì è arrivato. Da qui si comprende la delusione dei deputati e delle deputate vicentine della sinistra.
Sperandio di Rifondazione ha avviato invece «un digiuno assoluto per ottenere da parte del governo un percorso di consultazione democratica da tempo promesso, ovvero la realizzazione di un referendum».
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