DIGIUNO

Sul merito, sono spesso in disaccordo, per non dire quasi sempre, con Giacomo Conti, segretario regionale di Rifondazione comunista e consigliere regionale che sta nella maggioranza di Claudio Burlando. Ma riconosco a Giacomo una passione politica rara; una forte coerenza; un garbo e un’educazione che non sono da tutti nel mondo dei partiti.
Insomma, una persona perbene. E sono qui a scandirlo, a sillabarlo: per-be-ne. Ci sono dei tratti, delle circostanze, dei rapporti umani che vanno oltre la politica. E noi pensiamo che l’umanità sia un valore aggiunto per questo Giornale e per la bella politica che vogliamo portare avanti. Anche se non c’entra con quella del titolo di un antico libro di Walter Veltroni.
Ecco, in questi giorni, noi che la pensiamo diversamente e che non faremo certo appelli per votare Sinistra Arcobaleno, abbiamo avuto modo di apprezzare una volta di più Giacomo Conti. Addirittura, mi sono trovato ad essere d’accordo con don Andrea Gallo (capita raramente, ma capita), con il capogruppo di Rifondazione in Regione Marco Nesci (e qui già siamo nell’ordine dei miracoli), con il poeta Edoardo Sanguineti (e questo, sinceramente, non l’avevo mai preso in considerazione) e addirittura con il ministro Paolo Ferrero (e questo, nella vita, non me lo sarei mai aspettato!), per i loro attestati di stima a Conti. Così come - su questa storia - mi sono trovato d’accordo con altri con cui magari litigo spesso sulle idee, ma per cui non è mai venuta meno la stima per il modo serio in cui lavorano, come il presidente del consiglio regionale Mino Ronzitti, il vicepresidente del consiglio comunale Nicolò Scialfa e l’assessore provinciale all’Ambiente Renata Briano.
Tutti questi hanno appoggiato Conti nel suo sciopero della fame per chiedere la conferma di Sergio Olivieri, deputato spezzino e operaio di Termomeccanica, incredibilmente escluso dalle liste elettorali di un partito che dice di rappresentare più di tutti la classe operaia. Olivieri aveva tutte le caratteristiche per essere ricandidato: era al primo mandato, peraltro in una legislatura durata meno di due anni; aveva lavorato bene alla Camera, ovviamente bene per quello che è il programma di Rifondazione comunista; ed è ritenuto una persona perbene anche da molti avversari politici. «Comunista, ma perbene».
Tutte circostanze che avrebbero dovuto valergli la riconferma a occhi chiusi. E che, invece, hanno dovuto lasciar spazio a un siciliano responsabile dell’organizzazione nel partito di Diliberto e al capo locale di un partito come Sinistra democratica che, come dire?, non è proprio radicatissimo in Liguria.
Insomma, Conti con il suo digiuno, nobilissimo a differenza di tanti altri, ha squarciato il velo su uno scandalo politico.

Sono orgoglioso che - anche grazie alla sensibilità del direttore Mario Giordano e dei nostri colleghi milanesi - questo Giornale, che non ha nulla a che spartire con le battaglie comuniste, sia stato quello che ha denunciato con più forza questo scandalo, elevandolo addirittura al rango della prima pagina nazionale.
Caro Giacomo, è il bello dell’essere liberali. Ti abbracciamo.

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