Diktat al calcio: diritti collettivi, più mutualità

da Roma

Il tavolo sui diritti tv ha stabilito dei punti fermi. Primo fra tutti l’addio alla legge del ’99 («obsoleta, si riferisce a un contesto televisivo che non esiste più», sottolinea il ministro delle Comunicazioni Landolfi), ma anche la richiesta di individuazione di nuovi criteri di mutualità. Partendo dal riconoscimento dell’autonomia del calcio, chiamato a scongiurare il blocco dei campionati. Quasi tre ore di discussione tra Landolfi, il presidente della Federcalcio Carraro e quello del Coni Petrucci, il sottosegretario dei Beni culturali Pescante e i rappresentanti delle tv. Mancava solo la Lega calcio, ma c’era Franco Carraro, «l’interlocutore istituzionale» per il ministro. E il numero uno della Figc incassa la vittoria della sua linea, ottenendo l’abrogazione della legge che regola la vendita soggettiva dei diritti tv. «Il settore - recita il comunicato redatto al termine del tavolo - deve essere lasciato alla libera contrattazione e alle regole antitrust». Il tavolo resterà aperto, c’è da tutelare i diritti di chi come la tv fa investimenti milionari.
In più «l’appello al calcio che garantisca nuovi criteri di mutualità e il regolare svolgimento dei campionati». «Il calcio guadagna sempre di più e sarebbe irresponsabile non riuscire a trovare il modo per distribuire tale ricchezza - dice Carraro -. E non possono essere le divisioni sui diritti tv a creare problemi. Io dico quello che ha detto Montezemolo agli imprenditori: lavorare ed abbassare i toni. Le minacce di Garrone e Zamparini? Sono due bravissimi imprenditori, farebbero bene a sentire le parole di Montezemolo». Intanto Sky fa sapere che «dovrebbe essere la Lega nella sua autonomia a decidere come vendere i diritti». Se ne parlerà nell’assemblea dei club il 27 gennaio.

Sull’argomento interviene anche il premier Berlusconi: «Mi auguro che si trovi un accordo, per le tv è più comoda la vendita collettiva. In ogni caso sono le società che devono gestirsi e vedere qual è la loro convenienza».

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