Torino - "Veltroni e Berlusconi dicono di voler modernizzare il paese e i loro programmi sono uno la copia dell'altro, ma in realtà c'e molto di vecchio nelle loro parole, e quando parlano di liberalizzazione del mercato del lavoro pensano alla possibilità di licenziare un lavoratore senza dover dare spiegazioni, come si poteva fare prima delle lotte sindacali degli anni '60''. Lo ha detto Oliviero Diliberto, segretario del Pdci oggi a Torino che accomua veltroni al cavaliere per colpire a fondo il "nuovo" che il leader del Pd pretende di incarnare.
"Il nostro mandato in questa campagna elettorale drogata e basata su falsità e bugie è cercare di dire la verità, di smascherare chi in realtà sta pensando che la sinistra in Italia è morta. Invece non è così - ha aggiunto - anzi la sinistra si è unità sotto il simbolo dell' arcobaleno che parla di futuro e di speranza. Ma non è umiliante per il Pd sentirsi dire dal Pdl che il suo programma sembra una copia di quello della destra? E' chiaro che per noi Berlusconi e Veltroni non sono proprio la stessa cosa, Veltroni è un po' più 'buono', ma non ci vuole tanto ad essere un po' meglio di Berlusconi no?" La difficoltà a dire la verità in questo paese è anche dovuta, secondo Diliberto, ad una stampa asservita ai padroni che ne sono i proprietari.
"Ma è possibile che io non possa fare un dibattito televisivo con Veltroni - ha detto il leader dei Comunisti Italiani - che mi mettano sempre con la Santanché, l' Udc, con tutto rispetto per Casini, i consumatori o quant'altro? E' forse perché non deve venir fuori un dibattito vero sulla sinistra, sulle cose che interessano la gente, sul lavoro e sul precariato, sulla necessità di un
adeguamento sostanziale dei redditi e, si badi bene, sul rischio che nella prossima legislatura si voglia metter mano al contratto nazionale sul lavoro come se tutte le battaglie sindacali di 50 anni non siano servite a nulla?".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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