Cronache

Diluvio universale sugli Stadio

Gli Stadio tornano, stasera, al Teatro Politeama Genovese, con il tour del loro album appena pubblicato «Diluvio Universale», scritto in gran parte da Saverio Grandi con il leader della band Gaetano Curreri, e con la title-track a firma di Vasco Rossi. «Ci piace immaginare che la gente venga ai nostri concerti», racconta Gaetano Curreri «anche per conoscere il nuovo disco, considerando che è uscito da pochi giorni!Gran parte del concerto sarà dedicato a “Diluvio Universale” e poi, dopo, le altre che non possono mancare in un nostro spettacolo».
Le vostre sono canzoni per riflettere?
«Si, come oggi come nel passato. Il brano “Chiedi chi erano i Beatles”, è stato scritto per far riflettere sul “valore della memoria”. La soddisfazione è stata constatare che il significato insito della canzone era stato interpretato dal pubblico in modo corretto. Le canzoni possono essere uno strumento in più per cercare di evitare gli errori del passato».
Il vostro cd «Diluvio Universale» sta già facendo discutere a partire dal titolo, cosi diretto e senza giri di parole.
«Sono dodici canzoni, tra l'amore e il sociale. L’album è molto diverso dai precedenti sia nelle sonorità che nell'approccio ad alcuni temi attualissimi: la prostituzione e la discriminazione nei confronti dei “diversi”, l'immigrazione clandestina, la crisi della politica e dei valori nella coppia che diventa crisi dei valori universali della società».
Su tutte, la canzone «Benvenuti a Babilonia» - precisa Gaetano - «è una denuncia contro questa bella Italia che ci sembra sempre più una Babilonia, lontana da quella “California-terra dell'oro” per quei tanti immigrati clandestini che arrivano sui barconi della disperazione, che si nascondono nei TIR fermi alla frontiera. Approdati e rigettati. Ma un tempo eravamo noi a spingerci verso l'America, e chi lo ricorda più? È un disco pensato e scritto nel pieno di un diluvio, lo abbiamo immaginato cosi: ma siamo certi che, da qualche parte, c'è l'Arca ad aspettarci».
Dov'è o cos'è l'Arca?
«Se volessi dare una risposta semplice, direi di cercarla all'estero. Ma io amo il mio paese e penso che l'arca della salvezza sia l'insieme degli insegnamenti, delle azioni che ci illuminano, che ci danno serenità come quelle fatte da grandi uomini come, per me, Don Gallo o Don Ciotti».
Un cd di sicuro impatto emotivo dal punto di vista dei contenuti.
«Contenuti importanti, solidi, come il “restare come siamo”, il perdersi per poi ritrovarsi come in un “rewind”, il “tenere un pensiero per noi” che conti davvero, come un tesoro da custodire, come uno slancio verso la vita.

E l'amore per chi siamo costretti a lasciare per sempre, un qualsiasi addio di un padre alla propria figlia, come in “La mia Canzone per Te” una canzone che non è stata scritta pensando ad Eluana, ma ogni sera che la canto la dedico all'inconsolabile dolore e alla “crocifissione” di Pino Englaro».

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