Diminuiscono i ricoveri ospedalieri quando il metabolismo è più attivo

La levocarnitina riduce i ricoveri ospedalieri. Questo è il risultato di uno studio osservazionale retrospettivo che ha valutato l’effetto protettivo della somministrazione di levocarnitina per via endovenosa, sulla frequenza di ospedalizzazione dei pazienti in dialisi. Va detto che la carenza di levocarnitina in questi pazienti è assai frequente. I dializzati in Italia sono circa 50mila ed aumentano di 8mila unita ogni anno. L’indagine è stata condotta analizzando i dati di pazienti americani estratti dai centri Medicare e Medicaid Service in emodialisi tra il 1998 e il 2003. Dal 3 al 7 per cento della popolazione coinvolta nello studio ha ricevuto, durante le sessioni dialitiche, levocarnitina per un mese o più all’anno. I pazienti trattati erano più anziani, presentavano patologie concomitanti più gravi e avevano ricevuto dosi maggiori di eritropoietina rispetto ai pazienti non trattati. I risultati che emergono dallo studio, mostrano che il trattamento con un grammo o più di levocarnitina per sessione dialitica, per dieci o più sessioni nell’arco di un mese, è stato associato ad una riduzione dei giorni di ospedalizzazione che a seconda del criterio di analisi di efficacia applicato nel corso dello studio è risultato compreso fra il dieci ed il venti per cento.


Se si considera che i pazienti in dialisi vengono ospedalizzati per circa 15 giorni all’anno e ogni dializzato costa circa 40mila euro all’anno, i benefici che si possono registrare sono elevati ed evidenti sia sotto il profilo socio-economico sia sotto l’aspetto clinico.

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