Dinho, un motivo Real per riprendersi il Milan «Pronto a dare tutto»

Ronaldinho vuol riprendersi il Milan. Lo perse dopo il Real Madrid, la notte del 19 ottobre al Bernabeu, sconfitta più netta e inquietante del 2 a 0 scolpito da Ronaldo e dalla galeotta deviazione di Bonera. Ora prova a riconquistarlo proprio dinanzi al Real (tutto esaurito, 3 milioni di incasso, arbitra l’inglese Webb, quello della finale di Madrid) e alla sagoma grifagna di Josè Mourinho. Nelle due settimane di assenza una bella notizia dal Brasile, la convocazione della Seleçao («è una bella sorpresa e una motivazione in più, sono proprio felice») e una di segno opposto, proveniente dalle pieghe di una cena con amici sabato notte dopo la sconfitta con la Juve. «Ibrahimovic lasciato solo in attacco» la frase attribuita al Gaucho, «rubata» da un cronista e smentita al volo dall’interessato. «Non giudico il lavoro dei miei compagni quando gioco, figurarsi se lo faccio quando non gioco» il suo intervento dinanzi a un paio di microfoni. Facile facile la smentita: non era una intervista ufficiale né ufficiosa ma, forse, una frase dal sen fuggita.
Sgonfiato il presunto caso, Ronaldinho ha colto l’occasione per riprendersi il Milan. Nelle due settimane di assenza, Robinho ha raccolto un gol e molte lodi mentre il Milan è passato dalla conquista di Napoli agli schiaffi di Quagliarella e Del Piero. Ha scelto il momento giusto per riprendersi il posto: squadra depressa, Allegri nel mirino, qualche sodale discusso (Pato in particolare), Berlusconi sempre premuroso e disponibile a rinnovargli il contratto. «Nessuno vuole saltare sfide di questo genere» è la sua frase-civetta appollaiata su un lunedì rossonero molto inquieto per l’arrivo del Real, e colmo di pioggia oltre che di rischi. «Mi sento bene e ho tanta voglia, negli ultimi giorni ho fatto tutto il lavoro necessario e mi sento pronto per aiutare i miei compagni» il passaggio col quale si è auto-promosso titolare col Madrid. I resoconti “para amigos” provenienti da Milanello sul conto dei suoi ritmi di allenamento non sono poi così entusiastici: viaggia sempre a velocità ridotta. Per meritarsi l’affetto del gruppo Dinho ha speso anche un incoraggiamento per Pato, difeso già da Berlusconi oltre che da Allegri. «I fischi a Pato? É giovane, è intelligente, io ho una grande fiducia in lui. Prestissimo tornerà a fare gol e a rendere felici i tifosi» il suo pronostico.
Ronaldinho vuol riprendersi il Milan e anche la sfida col Real Madrid che non è solo una gustosa rivincita dopo la lezione del Bernabeu: è forse la prova regina per stabilire se il Milan è pronto per tornare ai livelli toccati ai tempi di Ancelotti imponendo la legge del suo calcio, geometrico, ed efficace, recuperando la strada del gol. Pato, coi suoi tagli, ha bisogno dei lanci del Gaucho, da perfezionare l’intesa con Ibrahimovic entrato come una ruspa nella vita e negli schemi rossoneri. Allegri in verità è sempre alle prese con l’allestimento della difesa nella quale può tornare Thiago Silva non Zambrotta: sconsigliato dai medici oltre che dallo staff tecnico il proposito di far rientrare contemporaneamente due esponenti dall’infermeria. Perciò, listino alla mano, la scelta è obbligata: Abate e Antonini sono i due guardiani dell’argine. E i brividi sono garantiti specie se si pensa che da quella parte, a destra o a sinistra, può aggirarsi Cristiano Ronaldo.


Così l’unico ballottaggio non è legato al ritorno di Ronaldinho ma alla composizione del centrocampo dove Gattuso e Pirlo sono fuori discussione: con Ambrosini parzialmente recuperato (posto in panchina), Seedorf o Boateng è il nodo da sciogliere.

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