Politica

Il direttore della rete: «Quei personaggi non sono più degli eroi»

da Milano

Le performance di Chris Benoit erano andate in onda molte volte su Italia Uno. L’ex campione del mondo che la scorsa settimana ha soffocato la moglie e il figlio e poi si è ucciso impiccandosi a uno dei suoi attrezzi, era uno degli idoli dei ragazzini che seguono il Wrestling. Alla domenica mattina sulla seconda rete Mediaset si incollavano davanti alla tv ben un milione e seicentomila piccoli per seguire i loro beniamini (l’anno scorso quando lo show andò in prima serata si arrivava anche a due milioni e mezzo di spettatori). Ma, nonostante il successo del programma, il direttore di Italia Uno Luca Tiraboschi non ci ha pensato due volte a eliminare dalla programmazione Smack Down, titolo che fa riferimento alla categoria in cui gareggiava Benoit.
«Lo abbiamo deciso nel rispetto del pubblico dei più piccoli - spiega Tiraboschi - non si può correre il rischio di confondere la realtà con la fantasia».
Direttore, ma non è un po’ ipocrita mandare in onda per mesi quelle immagini e poi ritirarsi quando succede una tragedia privata?
«Guardi, il wrestling su Italia Uno l’ho portato io, e quindi non ho mai dubitato della bontà della scelta. E penso che finora fosse innocuo, al pari delle commedie di Bud Spencer e Terence Hill. Finché si tratta di botte tra personaggi al confine tra i supereroi dei fumetti e i protagonisti dei cartoni animati, mi sembra che si rientri nei giusti canoni dello spettacolo e del divertimento».
Poi è arrivata la tragedia...
«Infatti, quando la cronaca nera più efferata contamina la nostra proposta, allora Italia Uno non ci sta più. Benoit era un idolo dei bambini, e non si può continuare a mostrare uno spettacolo in cui uno dei protagonisti ha ucciso moglie e figlio».
Però la televisione, anche la sua, è piena di cartoni animati violenti...
«Veramente, cerchiamo di starci attenti. Anche Willy Coyote, per citare un cartone animato classico, viene continuamente spiaccicato al suolo da sassi giganteschi e subisce ogni tipo di vessazioni, ma queste sono immagini quasi catartiche. La stessa funzione delle favole. Tutt’altra cosa è la televisione che diventa cronaca, il rischio per i bambini è troppo alto».


Fino a quando cancellerete il wrestling?
«Fino a data da destinarsi».

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