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Diritti tv: la B sfiducia Matarrese

da Milano

Lo strappo della serie B. È stato consumato ieri sera, a Milano, al culmine di una giornata colma di incontri e negoziati, conclusi con una decisione traumatica, la sfiducia nei confronti del presidente di Lega Antonio Matarrese, votata da 21 club su 22 (il fratello, Vincenzo Matarrese, del Bari, si è naturalmente astenuto, ma servono 28 voti perché diventi efficace). Volevano mettere le mani sui diritti tv della serie A perciò è montata la rabbia, e con la rabbia la voglia di serrata. «Se non c’è la luna a disposizione non si può chiedere la luna» la frase simbolica di Lotito, presidente della Lazio. Con Galliani, Cairo e altri presidenti di A, hanno tentato di trovare un accordo, arrivando ad offrire, dal 2010 naturalmente, fino a 100 milioni di euro complessivi. I rappresentanti del consiglio di Lega della categoria hanno detto sì, l’assemblea della B invece ha scelto la strada della barricata. Di qui lo strappo. Siamo alle prove generali del divorzio che dovrà prima o poi essere sancito tra le due categorie.
«Se la B è morta e non interessa a nessuno, non ha nemmeno molto senso continuare a giocare. In questo periodo la serie B si è sentita esclusa dalla Lega, se ne sono fregati e hanno mandato la delibera sui diritti al governo (che deciderà questa mattina attraverso i decreti attuativi, ndr). Abbiamo anche saputo dal governo che a Roma la nostra diffida non è mai arrivata» la spiegazione fornita dal vicepresidente del Lecce, Mario Moroni, uno dei vice-presidenti in rappresentanza della categoria. Per ora il campionato di B è salvo, ma la serrata è dietro l’angolo (si ipotizza per il 18 novembre, quando la A sarà ferma).

La palla passa oggi alla Melandri.

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