(...) di Piccapietra al dibattito. Certo, il lutto è stato strumentalizzato. Il problema è dopo, dalla prima riga del commento in poi. Da quando si cerca di trovare il responsabile della strumentalizzazione solo da una parte. Da quella che «scaldò le peggiori coscienze contro Pericu», per dirla con Cassinis che cita An, ma che potrebbe tranquillamente accusare anche il Giornale, che su via Quattrocchi non ha certo risparmiato critiche al sindaco e alla sua maggioranza. Chiedere una via per Quattrocchi voleva dire «strumentalizzare». Perché «anche allora cera una campagna elettorale». Sì, è vero. Ma Quattrocchi è stato trucidato a migliaia di chilometri di distanza da quella campagna elettorale. E peccato anche che sia stato il centrosinistra a scegliere di discutere proprio martedì una mozione che ha sempre tenuto nascosta per oltre venti mesi.
Certo che «non è giusto usare il lutto di una famiglia e il dolore degli amici». Ma la famiglia ha detto chiaramente, anche se con enorme dignità e compostezza, che la dedica di una via corrispondeva alla sua volontà, non era una strumentalizzazione. Il fatto è che le considerazioni del Secolo e del Giornale partono coincidenti, forse perché si tratta di dati di fatto. Poi si dividono. Sempre sui dati di fatto. Perché siamo daccordo che i martiri di Nassirya «non li abbiamo dimenticati» anche se non hanno avuto il tempo di pronunciare frasi eroiche, ma se «nessuno in questi giorni chiede una targa per loro» è forse perché il Comune ha già provveduto a dedicare loro un parco. Che, non essendo un parco ma un ammasso di sterpaglie come il Giornale in solitudine ha più volte denunciato, forse è sfuggito al quotidiano della città. Ed è ancora una volta vero che Quattrocchi non ha scelto di farsi ammazzare, che non voleva essere un eroe, e che la legge dice che devono passare dieci anni dalla morte prima di dedicare una via a qualcuno.
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