Distratto dal cellulare, ragazzino travolto dal treno

Elena Gaiardoni

Fuori dal mondo fino alla morte. È accaduto anche l'altra sera intorno alle 20 a Erik Martinelli nella stazione di Parabiago. Era impegnato in una conversazione al cellulare, era sui binari come se fossero il pavimento della cameretta da letto, ma invece non lo sono, e il treno arriva, corre tra Ginevra e Venezia, e il quattordicenne è solo un punto sulla corsa.

Fuori dalla realtà fino a finire sotto terra. Sul caso di Parabiago la Polfer sta indagando, per cercare di capire come mai l'adolescente si trovasse sui binari dopo aver attraversato un passaggio a livello soppresso da tempo.

«Me sei fuori?», quante volte i ragazzi se lo dicono per una sciocchezza, ma stavolta nessun amichetto di Erik potrà dirglielo, perché nelle sue orecchie neppure la musica del cantante preferito può risuonare più come la voce che lo impegnava ieri sera al cellulare. Adesso c'è solo il silenzio. Come per Lisa Digrisolo, 18 anni fino all'aprile scorso, quando appesa alle sue cuffie musicali, la testa fra le nuvole, attraversa i binari alla stazione Certosa, alle otto del mattino. Il Frecciarossa la porta via dalla vita. Forse i ragazzi pensano che la vita sia solo musica, che il lupo cattivo non esista più.

In fondo è una forma di narcisismo dolce, innocente: si specchiano dentro il loro pensiero come se fosse l'unica realtà, ma invece la realtà è fuori.

Non essere consapevoli di questa differenza, dentro e fuori, significa non essere in grado di difendersi, e la vita è soprattutto difesa.

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