Disturbato dai canti liturgici manda due fedeli all’ospedale

L’energumeno ha distrutto gli arredi della Chiesa evangelica, picchiando zio e nipotina

Imbufalito perché i canti liturgici gli impedivano di riposare, uno sconosciuto ha fatto irruzione nella Chiesa evangelica spaccando arredi e aggredendo i fedeli, due dei quali sono stati poi medicati in ospedale. Dopo lo sfogo, l’uomo si è dileguato ed è ora attivamente ricercato dalla polizia che sta cercando di dargli un volto, un nome e un indirizzo.
L’altra sera in via Stadera 9 un gruppo di filippini, provenienti da diversi centri della Lombardia, si erano riuniti presso la Chiesa evangelica assemblee di Dio per preparare alcuni canti. A un certo punto è arrivato l'energumeno che si è qualificato come «vicino» infastidito dal rumore. Alcuni fedeli si sono scusati e hanno cercato di calmarlo, ma non c’è stato niente da fare. L’uomo è andato sempre più su di giri fino ad arrivare a sferrare un paio di pesanti manrovesci a Frederic O., 30 anni, filippino residente in provincia di Como.
Non contento il «vicino» si è poi scagliato sugli arredi mandando all’aria sedie, banchi, rompendo suppellettili e rovesciando gli amplificatori dell’impianto fonico. Ma non era ancora abbastanza. A un certo punto ha afferrato una chitarra usata per accompagnare i canti liturgici e ha iniziato a rotearla come una clava. Sempre con l’intenzione di colpire il povero Frederic, diventato ormai il suo bersaglio preferito. E come in certe vecchie comiche, l’uomo è riuscito a schivare il colpo malandrino, che però è finito sulla testa della nipote, una ragazzina di 15 anni.
Solo dopo aver messo ko i fedeli, terrorizzato gli altri e semidistrutto la chiesa, l’uomo finalmente pago si è allontanato. Uno dei pochi filippini non coinvolti nel pestaggio, Samuel U.

, 46 anni di Saronno, ha chiamato la questura che ha inviato una volante, e il 118. Mentre arrivavano le volanti per raccogliere la denuncia, le ambulanze portavano Frederic e nipotina al San Paolo, dove sono stati medicati e subito dimessi.

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