da Napoli
Triplo cordone di polizia municipale, gente sui muretti del lungomare di fronte a Castel dellOvo, paparazzi stipati in doppio ordine, fuori e dentro allalbergo di lusso, che si affaccia sullacqua increspata dallo scirocco. E, nellaria, una tensione che si taglia come le fettine di limone dellacquaiolo. «Ma chi a dda venì, Sophia Lorén?», sfotte un ragazzino, che pare uscito da Gomorra, orecchino di diamante e camorra sulla faccia da schiaffi. È la Festa di Piedigrotta e Napoli è risorta, dopo un inverno triste come pochi, passato sulla bocca di tutti, lei, Partenope la dolce, per una storiaccia di monnezza ormai lontana e, adesso, tutto sembra possibile: veramente Sophia plana da Londra, col suo aereo personale, e fa la Madonna dei miracoli, con unimpressionante croce al collo tempestata di diamanti.
Testimonial di lusso (110mila euro è costata la sua carismatica presenza), lunica icona che il cinema italiano possa esportare ovunque sia richiesta la sua taumaturgica ostensione, la santa patrona degli attori ieri si è offerta come madrina duna Piedigrotta orchestrata da Nino DAngelo e arricchita da Lucio Dalla, Pippo Baudo, Silvio Orlando, Maria Nazionale nel tradizionale fuoco dartificio che significava vita, anima, cuore: è passata a nuttata. «Quandero bambina, ci venivo sempre alla festa di Piedigrotta con mia madre e mia sorella Maria. Passeggiavamo sul lungomare, cercavamo un pezzo di torrone da sgranocchiare camminando», sospira «la Ciociara», sollevando il petto, che ancora viene affacciato da una generosa scollatura a goccia, il crocione abbagliante affondato nellincavo di un qualcosa emanante sex appeal, a dispetto degli anni. Si sa che Sophia fa tagliuzzare gli abiti, che Armani le invia, perché le sue forme mediterranee, anche adesso che è nonna, straripino abbondanti, come quando girava Loro di Napoli (1954) e De Sica stesso, da regista, si trasformava in ammiratore della pizzaiola. Incauto, Nino DAngelo, partito per la tangente celebrativa, la definisce, napoletanamente, «nu femmenone» (una grande femmina), e lei, civetta, subito lo corregge: «Semmai, na guagliona, alta e magra».
Sì, ragazza per sempre, come quando era povera, a Pozzuoli, cresciuta soltanto da mamma Romilda, un clone di Greta Garbo dal carattere forte, capace di aiutarla a trasferirsi a Roma, Sophia quindicenne, per girare Quo vadis? e tentare la fortuna a Cinecittà. Giustamente, non vuole sentir parlare dei guai di Partenope, lattrice premio Oscar (nel 1961, con La Ciociara), che nella scena mentale dei maschi attempati continua a fare lo strip-tease, sfilandosi una lunga calza nera davanti a Mastroianni, che ulula...
È un bel momento, per linterprete, che proprio in questi giorni sta girando con Rob Marshall (il regista di Chicago) un musical, a lungo coccolato. Si tratta di Nine, rivisitazione musicale del felliniano 8 e mezzo, rappresentato a Broadway con grande successo per anni di fila e lei, che ha osato posare nature per il Calendario Pirelli, lanno scorso, vorrebbe dire e non dire, però si lascia andare, perché lorgoglio è grande: «È un film sulla vita di Federico Fellini ed io sarò la madre del Mago di Rimini alletà di 9 anni. Per la verità, la parte è stata aggiunta appositamente per me, da Rob Marshall, che ha insistito per avermi sul set. Dove mi diverto moltissimo, perché non ho mai girato un musical, insieme a tanti giovani meravigliosi, che cantano e ballano con enorme energia». E mentre la diva fa la diva, mimando con le mani Attenti al lupo! di Lucio Dalla, che tanto le piace, un giovane pasticcere irrompe, per offrirle una pizza dolce, dedicata a lei, neanche fosse la regina Margherita dalle lunghe perle. Ma le guardie del corpo, di lì a poco, allontanano il ragazzo come un moscone molesto, intanto che i flash si sprecano, i telefonini squillano, Sophia fa le mostre dinfastidirsi un po.
Soprattutto perché lei è tornata a Napoli dopo dieci anni di lontananza fisica e, al momento, cè da promuovere limmagine della città. «I turisti sono sempre stati qui e le cose sono andate a posto rapidamente e in modo tranquillo. Napoli è bella e pulita. E nessuno può togliercela!». San Gennaro ha fatto la grazia e santa Sophia è tornata a casa.
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