Le diverse facce di una storia di violenza

Viviana Persiani

È interessante curiosare sui siti Internet per farsi un’idea di come il pubblico abbia accolto A history of violence, il film diretto da David Cronenberg. Sembra che non esistano mezzi termini, nel senso che la pellicola o viene promossa a pieni voti o la si boccia clamorosamente. La storia è quella di un uomo di provincia (Viggo Mortensen) che dirige una tavola calda, ha una moglie avvocato molto graziosa (una Maria Bello che lascia il segno quando si traveste da cheerleader), un ragazzo sensibile e una bambina che sembra uscita da un film anni Trenta. Un’esistenza da famigliola felice, stile pubblicità, che una notte va in pezzi quando Tom, il protagonista, per sventare una rapina, finisce per ammazzare due criminali. Diventa un eroe nazionale, come succede solo in America, ma la sua notorietà richiama nel paesino un tipo minaccioso ed ambiguo (un impagabile Ed Harris) che arriva accusando Tom di essere, in realtà, un altro uomo. Il buon Ed vuole vendicarsi di torti subiti nel passato ma Tom reagisce allo scambio di identità proclamandosi innocente. Il problema è che anche la moglie e il figlio maggiore iniziano a dubitare di lui; chi si nasconde dietro il gestore del ristorante? La trama è un po’ troppo lineare e sbrigativa (è normale che uno faccia fuori quattro uomini tutti in un colpo senza venire nemmeno interrogato dallo sceriffo?) e Mortensen si sbarazza con troppa facilità di gente con la fedina penale lunga come uno scontrino del supermercato. Lo stesso Viggo, poi, rispetto alla media del cast non è che ne esca proprio bene, nel senso che le espressioni che tira fuori in tutto il film si contano sulle dita di una mano. Certo, questo è una pellicola violenta, come ci avverte il titolo, anche se le interpretazioni che si possono dare del film di Cronenberg sono molteplici (la violenza nascosta dentro ciascuno di noi, il passato che non ti abbandona mai, la famiglia come unico caposaldo e rifugio). La domanda è: vi sembra solo fiction?
È uscito, lo scorso week-end, il sequel di Saw, ovvero Saw 2 - la soluzione dell’enigma episodio numero due di un horror che, nella scorsa stagione, ha sbalordito per la sua imprevedibilità. Rispetto al suo capostipite, questo Saw 2, come buona tradizione insegna, è più esagerato: più sangue, più morti, più prigionieri, più tentativi di offrire colpi di scena e via dicendo. Il buon adagio che il troppo stroppia sembra cadere a fagiolo per un titolo che comunque piace ai giovani ricevendone commenti positivi. Ed il serial killer Jigsaw è già diventato un cult del settore.
Gli spettatori che ricercano, invece, pellicole di qualità dovrebbero non lasciarsi scappare Lady Henderson presenta con una bravissima Judi Dench nei panni di Laura Henderson, impresaria teatrale che (con il suo manager Vivian Van Damm), entrò nella storia per avere mostrato, sul palcoscenico, nudi femminili al pubblico inglese in piena Seconda Guerra Mondiale.
I film più visti a Genova nell’ultima settimana.

1) Le cronache di Narnia; 2) Ti amo in tutte le lingue del mondo; 3) Natale a Miami; 4) Saw 2; 5) King Kong; 6) Vizi di famiglia; 7) Memorie di una geisha; 8) A history of violence; 9) Harry Potter e il calice di fuoco; 10) Chicken Little.

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