Django non perdona e fa vedere i sorci verdi allo schiavista DiCaprio

Tarantino gira la nuova versione del classico western L’eroe è Samuel L. Jackson. Nel cast Uma Thurman. Il primo film. diretto da Sergio Corbucci nel 1966, fu un superclassico

Django non perdona  
e fa vedere i sorci verdi  
allo schiavista DiCaprio

Prima i nazisti, poi gli schiavisti. Conciati per le feste i seguaci di Hitler nel suo Bastardi senza gloria, Quentin Tarantino s’appresta a fare polpette degli uomini che sfruttano altri uomini, in virtù della loro «superiore» pelle bianca. E chi è, a Hollywood, che ha la pelle bianca come il latte, gli occhi chiari come l’alba del Nord, i capelli biondi come un ariano? Leonardo DiCaprio, ieri di passaggio a Venezia per una passerella vip. Sarà lui, la star di Titanic, che ha perso la faccia da bambino, il perfido proprietario terriero Calvin Candie di Django Unchained, cioè Django scatenato. Pronto per il 2013, questo spaghetti western in salsa antirazzista fa già leccare i baffi ai fans del genialoide autore americano.
Nel titolo, è evidente l’omaggio cinefilo a Django di Sergio Corbucci, che nel 1966 tirò fuori uno straclassico degli spaghetti western, tuttora presente al Museum of Modern Art di New York. Forse perché fu il primo prodotto iperviolento del genere, con Franco Nero protagonista, che faceva nove morti dopo tre minuti e quarantotto dopo mezz’ora, fatto sta che Tarantino ce l’ha sempre in testa. E Django è talmente un'ossessione, per questo figlio di padre ignoto, fissato con il nostro cinema dei Sessanta-Settanta, da aver interpretato il ruolo di Piringo nell’adattamento giapponese del western Sukiyaki Western Django, firmato Takashi Miike (a Venezia 2007). Cappellone in testa, poncho e pistolettata al volo a un serpente, del quale mangerà l'uovo rosso, Quentin è idoneo a fornire una risposta inequivoca alle farneticazioni razziste del collega Lars von Trier, rese ultimamente a Cannes, ma già presenti nel suo Manderlay, come nel discutibile Mandingo di Richard Fleischer. Senza contare che la formula-Django ebbe tanto successo, all’epoca, che in Germania sfornarono una trentina di titoli, tutti con il nome del pistolero.
Anche stavolta, stragi assicurate e sangue a schiovere, come da consolidata tradizione pulp. E siccome Tarantino non è Moretti e, a differenza del malmostoso autore romano, fornisce dettagli sul suo lavoro, dal sito Usa Tarantino.info veniamo a sapere il plot narrativo di Django Unchained. «Un uomo con un fucile entra in una città, dove spadroneggianoili Ku Klux Klan e una gang di banditi messicani». Quell’uomo è Django e probabilmente lo interpreterà Samuel Jackson, amico personale di Tarantino e bravo attore, che qui si cala nel ruolo dello schiavo liberato, armato e furibondo, nel profondo Sud americano. Al seguito d’un cacciatore di teste tedesco, il dottor Schutz (Christopher Waltz, già ufficiale nazi in Bastardi senza gloria e perciò oscarizzato), Django imparerà a fare il killer dei cattivi soggetti, cavandosi uno sfizio: ingaggiare proprio il suo maestro (ricordiamo che Schutz, in tedesco, significa protezione) per ritrovare la moglie scomparsa, vessata dal razzista Candie, proprietario terriero impersonato da DiCaprio. Lo voleva e l'ha avuto l'attore più richiesto del momento, visto che Tarantino pensava a Leo per il ruolo di Hans Landa in Bastardi senza gloria.
Basta pensare a come ha trattato i nazi lì, per immaginare che anche qui avremo una bella rivincita sui cattivi, gli schiavisti. Popcorn al cento per cento e vendetta assicurata. Intanto, anche Uma Thurman potrebbe entrare nel cast di Django scatenato, oltre a Keith Carradine e a Franco Nero, magari in un cameo citazionista. «Il western mi piace.

Voglio ambientarne uno ai tempi degli schiavi, per farne una potente lezione di storia. Lo spaghetti western è adatto a una resa dei conti con l’orribile passato dell’America schiavista», dice Tarantino. Capito, von Trier?

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