Djokovic il Maestro, noi non impariamo mai

Dieci mesi fa, dopo gli Open d’Australia, avevamo chiesto perché non abbiamo un giocatore di tennis così. Dieci mesi dopo, con il Masters nelle mani di Novak Djokovic, ripetiamo la domanda senza voler intraprendere una nuova sterile polemica con la Federazione. Anzi. Facciamo solo notare quanto segue: a livello di numeri da gennaio a oggi progressi non ci sono stati. Sì, è vero, Bolelli era numero 68 e fino a ieri era 41 e Seppi da 48 è salito a 35; però Starace e Volandri sono precipitati, Fognini non ha fatto il salto di qualità e in ogni caso 4 nei primi 100 erano e 4 nei primi 100 sono anche adesso. Facce nuove? Nessuna. E la Serbia: 3 nei primi 57. Dunque in 10 mesi non è cambiato nulla e lasciamo stare il contorno delle polemiche di Davis tra Federtennis e entourage di Bolelli che peggiorano il quadro, da una parte e dall’altra.

La domanda vera invece è: si può lavorare insieme per una soluzione? Posto che la Fit qualche merito ce l’ha (risanamento dei bilanci, creazione dei Pia), abbiamo chiesto alla nostra memoria storica Silvano Tauceri di raccontarci la vita nei circoli - non in tutti ovviamente, ma nella maggioranza - cioè di coloro che poi decidono chi votare come presidente federale. E il risultato è sconfortante: molti dei soci non sanno neppure chi sia quel presidente, anche perché a tennis non ci giocano. Ad Angelo Binaghi allora diciamo: lavoriamo su questo.

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